Zubelli, può innanzitutto descrivere ai nostri lettori cos’è il gruppo Foton Lovol?

Parliamo di Lovol che è la divisione dedicata ai macchinari per l’agricoltura (trattori, mietitrebbie e attrezzature), movimento terra, motori diesel e veicoli leggeri. E’ una grande realtà industriale cinese di 15.000 dipendenti, che ha raggiunto un fatturato nel 2013 di 3,1 miliardi di euro e che produce circa 150.000 trattori e 60.000 mietitrebbie. La produzione dei trattori e delle mietitrebbie è a Weifang nella provincia dello Shandong, gli stabilimenti dedicati alla produzione delle macchine da movimento terra sono a Qingdao mentre i motori diesel sono prodotti negli stabilimenti di Tianjin. Lovol è marchio leader nel mercato cinese nel segmento dei trattori agricoli (28 % di quota di mercato) e delle mietitrebbie (31% di quota di mercato), oltre ad avere una rete distributiva mondiale di oltre 120 importatori.

Qual’è la presenza di Foton Lovol in Europa e in Italia?

In Europa abbiamo due centri per la ricerca e sviluppo dei nuovi prodotti: uno in Germania che è dedicato alle applicazioni da cantiere per camion e veicoli pesanti, uno in Italia dedicato allo sviluppo delle nuove piattaforme di prodotto per agricoltura a marchio Lovol.

Negli scorsi mesi ha fatto molto rumore l’acquisizione di Matermacc di San Vito al Tagliamento (Pordenone). Ci può approfondire il significato e la strategia che sta dietro questa operazione?

E’ di importanza prioritaria e strategica, per il nostro gruppo, l’acquisizione del mercato di attrezzature importate che vengono vendute nelle provincie del Nord a grandi aziende agricole cinesi. Stiamo perseguendo il progetto della Full-line per posizionarci ad alto livello nel panorama dei costruttori mondiali di macchine e attrezzi per l’agricoltura. Matermacc è una eccellenza italiana nel settore delle seminatrici di precisione che già distribuisce in Cina (secondo mercato per valore di fatturato) il suo prodotto, l’azienda ha un prodotto tecnologicamente posizionato a livello dei migliori concorrenti occidentali ed ha una solidità finanziaria di tutto rispetto (nel 2014 ha raggiunto un EBIT del 27,4%); questi elementi insieme ci hanno incoraggiato nella fase di approccio alla acquisizione. C’è una tendenza recente delle aziende cinesi del “nuovo corso” di accedere direttamente alla tecnologia occidentale attraverso investimenti diretti in ricerca e sviluppo o tramite piani di acquisizione e partnership con aziende occidentali.

Ci sono in agenda altre possibili acquisizioni di costruttori italiani di macchine agricole?

E’ una informazione che non posso darle in quanto rigorosamente interna all’azienda.

Quali sono attualmente i marchi e le gamme di prodotti presenti nel vostro portafoglio?

Se parliamo di prodotti commerciabili in agricoltura, non solo in Europa, abbiamo il solo marchio Lovol che attualmente è dedicato a trattori da 25 a 160 cavalli, mietitrebbie da riso, grano e mais e motori diesel a 3,4 e 6 cilindri.

Recentemente si è spesso accostato il nome di Foton Lovol anche alla storica azienda piacentina di mietitrebbie Arbos e all’altrettanto storico marchio di trattori Bubba; cosa c’è di vero?

Oggi è prematuro un commento per questo tema.

Secondo voci di corridoio, all’Agritechnica di Hannover Foton Lovol presenterà importati novità anche per l’Italia; ci può dare qualche anticipazione?

Ad Agritechnica sarà presentata, con ogni probabilità, una nuova gamma di prodotto assieme alla consolidata gamma di produzione cinese.

Come sarà organizzata la rete commerciale di Foton Lovol in Italia? Quali evoluzioni ci dobbiamo aspettare?

E’ doverosa in questo caso una premessa importante: l’agricoltura mondiale si sta concentrando in poche grandi aree pertanto nelle nostre priorità ci sono i mercati cinese, russo, medio orientale e sudamericano. L’Europa ed in particolare l’Italia sono mercati molto piccoli in termini di volumi e prospettive oltre che ad essere particolarmente difficili per un prodotto nuovo. Non seguiremo strade convenzionali di sviluppo della rete commerciale, siamo ormai una forte base operativa a Bologna e sfrutteremo i nostri “talenti” per sviluppare la distribuzione. Anche in questo caso dovremo essere innovativi e veloci, le strategie dei grandi marchi insieme all’impatto che sta portando Kubota, oltre che all’evoluzione del mondo delle Concessionarie, stanno creando opportunità inaspettate. Sicuramente in questi due anni abbiamo maturato la consapevolezza che c’è spazio per il modello di business che stiamo proponendo.

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