Doveva essere l’annus horribilis della meccanizzazione agrcola, funestato dalle ripercussioni del Covid. E invece tutto sommato il mercato trattori 2020 in Italia non è andato così male. Dati alla mano da gennaio a dicembre sono stati immatricolate 17.944 unità contro le 18.579 del 2019 con un calo del 3,4 per cento.

Mercato trattori 2020

Solo 635 macchine lasciate ‘sul campo’ rispetto all’esercizio precedente possono essere considerate una perdita quasi trascurabile se pensiamo che altri settori industriali, auto in primis (meno 27,9 per cento), hanno subito ben atri crolli. Il merito della tenuta va attribuito al forte recupero degli ultimi due mesi, con un’impennata del 38,5 per cento a novembre e un’ulteriore crescita del 38 per cento a dicembre.

Mercato trattori 2020. Determinante il credito d’imposta

Tra l’altro, osservano giustamente in FederUnacoma, l’incremento di immatricolazioni a fine 2020 potrebbe anticipare una fase di ripresa, grazie soprattutto al rinnovo del credito d’imposta per il 2021, che potrebbe essere determinante nei primi mesi di quest’anno.

Proprio il credito d’imposta sembra aver spostato le vendite verso l’alto di gamma, ovvero sulle macchine caratterizzate da contenuti tecnologici in linea con le dotazioni richieste per usufruire delle agevolazioni fiscali. Ciò significherebbe anche un aumento dei fatturati se non addirittura dei margini. Il contraltare potrebbe essere stata una certa penalizzazione dei trattori specializzati da vigneto e frutteto, ma a livello di numeri l’unica cosa certa è che il Covid fortunatamente non ha inciso sul dato complessivo che ormai da anni, fenomeno Mother Regulation a parte, oscilla intorno alle 18 mila unità.

Mercato trattori 2020

Il brand più venduto in Italia resta New Holland anche se arretra rispetto al 2019 di 234 immatricolazioni e mezzo punto di share. Restando sulla classifica dei singoli marchi sorprende, in positivo, l’exploit di Antonio Carraro che, con 1.698 immatricolazioni, si issa in seconda posizione, scavalcando John Deere. Un salto importante specialmente in un’annata difficile come quella passata, agevolato sicuramente dal noto crollo di Goldoni, storico competitor anche nel comparto degli isodiamtrici. Chiude il podio il Cervo, che lascia sul campo 97 macchine ma mantiene una quota vicina al 9 per cento e soprattutto cresce sopra i 150 cavalli, core business del brand. 

CHN resta in vetta. Balzo di Antonio Carraro

A livello di gruppi CNH si riconferma saldamente in vetta con una quota in lieve calo ma comunque sopra il 23 per cento grazie anche alla stabilità di Case IH e Steyr. A seguire il Gruppo Same Deutz-Fahr che in barba alla pandemia cresce invece in quota avvicinandosi sempre più al 20 per cento grazie all’ottima performance di Deutz-Fahr e alla tenuta di Same che compensano ampiamente il saldo negativo di Lamborghini.

In netta crescita anche il Gruppo Agco, trainato ancora una volta dall’ennesimo exploit di Fendt che si assesta a 1.253 unità. Sebbene stabili a livello di immatricolazioni crescono leggermente in quota anche Massey Ferguson e Valtra.

Altro gruppo che cresce e non poco è Argo Tractors che sfiora le 2 mila macchine complessive grazie a un incremento di tutti e tre i brand Landini, McCormick e Valpadana. Lo share del gruppo passa dal 10,2 all’11,14 per cento e Landini è in assoluto il quarto marchio più venduto in Italia.

Perde invece in quota di mercato Kubota che scende dopo parecchi anni di continua crescita sotto le mille macchine immatricolate, 932 per la precisione. Saldo negativo anche se più contenuto pure per il Gruppo BCS e Claas che mantengono comunque pressoché invariate le proprie quote di mercato.

Sprofonda invece il Gruppo Arbos tirato a fondo dal quasi fallimento di Goldoni, il cui salvataggio resta appeso all’offerta della belga Keestrack.

Tra gli ‘altri’ in evidenza Farmtrac

Cresce infine la quota degli ‘altri’, ovvero quei brand che non rientrano nelle statistiche ‘ufficiali’ in quanto abbondantemente sotto le 100 unità/anno, ma capaci comunque di dare un contributo in alcuni casi rilevante al mercato. 

Proprio in quest’ottica è interessante il balzo dell’indiana/polacca Farmtrac che dai 29 ‘pezzi’ del 2019 è passata alle 51 immatricolazioni del 2020. Sempre dall’India bene anche la Sonalika International Tractors Ltd che ha raggiunto le 41 unità contro le 32 dell’anno precedente. Attorno poi alle 30 immatricolazioni ci sono aziende specializzate come la svizzera Aebi (34), la Reform (28), la Lindner (28) e la Iseki (28). Leggermente più indietro, le cinesi Daedong (26) e Dong Feng (19), a conferma di come i brand asiatici, Kubota a parte, facciano davvero molto fatica a imporsi in un mercato difficile come quello del Bel Paese.

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