Trattori Europa dell'Est

I dati economici di inizio 2019 fanno paura. Gli analisti affermano che l’Europa è ufficialmente entrata in recessione, a partire dal settore industriale. E a partire dai due ex pilastri: Francia e Germania. In attesa di capire se e come la meccanizzazione agricola sarà investita da questa onda anomala, nell’Europa dell’Est i bilanci dei trattori venduti nel 2018 (40.587 in totale) appaiono piuttosto contrastanti.

La Russia cresce e mette tutti in riga

La Russia, naturalmente, da sola copre la metà degli acquisti. I dati più aggiornati, ai quali manca solo il mese di dicembre, rispecchiano un mercato ben al di sopra delle 21 mila unità (21.359), in crescita di quasi 4 punti percentuali rispetto al 2017. Seconda piazza per la Slovacchia, ma il suo è un argento a dir poco opaco. Le immatricolazioni a fine novembre 2018 si sono fermate a quota 4.073 unità, con un crollo delle vendite del 50 per cento. Rispetto a due anni fa sono ‘spariti’ 4 mila trattori. Terza posizione per la Repubblica Ceca, che registra un timido aumento del 2 per cento e va a sfiorare le 3.400 unità (3.377).

Crolla l’Ungheria, decollano Croazia e Bosnia

In difficoltà, invece, l’Ungheria che perde la bussola e fa i conti con un regresso delle consegne di oltre 12 punti percentuali. Solo 2.743 i trattori immatricolati. La Croazia, con un balzo delle immatricolazioni pari al 63 per cento (valore battuto solo dal più 91 per cento della Bosnia Herzegovina, che tuttavia si confronta con numeri assoluti molto più ridotti, 313), scala la classifica e con 1.694 trattori si pone davanti a Lituania e Slovenia ferme rispettivamente a quota 1.624 (meno 9,4 per cento) e 1.419 (più 7). Profondo rosso (meno 43,5 per cento, 1.351 trattori) per Serbia e Montenegro, mentre la Moldova si affaccia all’Europa ‘che conta’, superando quota mille (1.229 trattori, più 37,3 per cento).

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