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L’ampia relazione tecnica presentata il 7 maggio scorso dall’On. Elisabetta Gardini, relatrice per il Parlamento europeo presso la Commissione ENVI (Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare) per la proposta di regolamento relativa alle prescrizioni in materia di limiti di emissione e di omologazione per i motori a combustione interna destinati alle macchine mobili non stradali, riapre la questione relativa ai cosiddetti “trattori stretti”.

Il report di Elisabetta Gardini, partendo dalla proposta elaborata dalla Commissione europea per le macchine mobili non stradali, evidenzia come questa non sia compatibile con le caratteristiche tecniche delle trattrici compatte utilizzate per le lavorazioni nei vigneti e nei frutteti. Le trattrici per le lavorazioni specializzate non hanno, infatti, lo spazio fisico per installare i voluminosi dispositivi per il trattamento dei gas di scarico imposti dalla nuova normativa comunitaria, a meno che non vengano interamente riprogettate con costi insostenibili non soltanto per l’industria ma anche per gli agricoltori e i contoterzisti che dovrebbero acquistare i mezzi.

Il calendario delle scadenze dettate dalla normativa impone che le modifiche sulle macchine (Fase V) debbano essere introdotte già dal 2019/2020, non tenendo conto del fatto che ad ottobre 2017 i trattori stretti dovranno già adeguarsi ai requisiti delle precedente Fase IV. La richiesta di una normativa specifica per i trattori stretti vede allineati con le posizioni della relatrice Gardini non soltanto la Federazione dei costruttori italiani, ma anche i costruttori spagnoli e l’intero CEMA (il Comitato europeo che riunisce tutte le associazioni costruttori dell’Unione), nonché le associazioni professionali agricole europee rappresentate dal COPA-COGECA. Piena sintonia anche nel contestare il contenuto del documento tecnico “di fattibilità” per i trattori stretti che la Commissione Europea ha richiesto alla società britannica TRL (pubblicato nel dicembre 2014) e che i costruttori ritengono del tutto inadeguato sia nel metodo di valutazione sia nelle conclusioni di merito.

L’iter di approvazione del nuovo regolamento prevede prima una discussione e poi una votazione all’interno della Commissione ENVI del testo, che dovrà poi approdare in Plenaria. Il calendario definito dall’On. Gardini è tale per cui il voto dell’assemblea di Strasburgo dovrebbe verificarsi nella seconda metà dell’anno in modo da poter arrivare ad un accordo finale con le altre istituzioni (Commissione e  Consiglio) entro il dicembre prossimo.

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