La prossima PAC, definitivamente approvata lo scorso novembre ma in corso di discussione da svariati anni, entra ufficialmente nel vivo, anche per quanto riguarda il Sistema Italia. Il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha infatti presentato il Piano Strategico Nazionale per l’attuazione e il coordinamento dei programmi della PAC 2023-2027 alla Commissione Europea, dopo che il Ministro Stefano Patuanelli, nei giorni scorsi, l’ha illustrato a tutte le parti coinvolte, da ultimo al Tavolo del Partenariato.

Il Piano mette in campo una strategia unitaria, avvalendosi dei diversi strumenti a disposizione, a partire dai pagamenti diretti e dalle organizzazioni comuni di mercato, allo sviluppo rurale e al PNRR. Obiettivi del PSN sono il potenziamento della competitività del sistema in ottica sostenibile, il rafforzamento della resilienza e della vitalità dei territori rurali, la promozione del lavoro agricolo e forestale di qualità e la sicurezza sui posti di lavoro, il sostegno alla capacità di attivare scambi di conoscenza, ricerca e innovazioni e l’ottimizzazione del sistema di governance.

PSN, le sfide presenti e future del settore agricolo italiano. In ottica PAC

Il PSN affronta le sfide presenti e future che il settore primario si trova a fronteggiare: il benessere animale e la riduzione dell’antibiotico resistenza, la digitalizzazione del settore agricolo, alimentare e forestale per il miglioramento delle performance economiche e ambientali, l’inclusione sociale, la parità di genere e le condizioni di lavoro. Con l’architettura verde e il sostegno alla ricerca risponde alle grandi sfide ambientali lanciate in particolare dal Green Deal europeo, da Farm to Fork, dalla Strategia europea per la Biodiversità e dalla Strategia Forestale europea.

Gli investimenti previsti permetteranno quindi di contribuire a raggiungere nel 2027 una maggiore sicurezza e qualità alimentare a lungo termine, un maggiore livello di competitività delle aziende, una più efficiente valorizzazione delle risorse naturali, un riequilibrio del valore lungo le filiere agroalimentari, una minore emissione di gas serra, la salvaguardia della biodiversità, nuova occupazione per i giovani e per le aree marginali.

Le misure, in dettaglio

Stando al documento redatto e presentato dal MiPAAF, la piena inclusività e sostenibilità del settore agricolo in Italia, tra i tanti punti prevede: ​circa 10 miliardi di euro, tra primo e secondo pilastro, ad interventi con chiare finalità ambientali; 2,5 miliardi di euro all’agricoltura biologica, considerata la tecnica di produzione privilegiata per concorrere al raggiungimento di tutti gli obiettivi ambientali previsti dalle diverse strategie europee; 1,8 miliardi di euro per il miglioramento delle condizioni di benessere animale ed il contrasto del fenomeno dell’antimicrobico resistenza;

E poi: ​un sistema di aiuti al reddito più equo, attraverso la progressiva perequazione del livello del sostegno al reddito che, prendendo a riferimento l’intero territorio nazionale, determina un sensibile riequilibrio nell’allocazione delle risorse dei pagamenti diretti, a vantaggio delle aree rurali intermedie e delle aree rurali con problemi di sviluppo, nonché delle zone montane e di alcune zone collinari interne; 3 miliardi di euro per i nuovi strumenti di gestione del rischio; ​il rafforzamento della competitività delle filiere, con l’obiettivo di migliorare il posizionamento degli agricoltori lungo la catena del valore, attraverso una maggiore integrazione dei diversi attori, dalla gestione dell’offerta, all’ammodernamento delle strutture produttive; ​un’attenzione particolare ai giovani, un patrimonio per il futuro del settore agricolo e agroalimentare; il Piano prevede di potenziare le politiche in favore dei giovani, integrando gli strumenti del primo e del secondo pilastro della PAC, in modo da mobilitare complessivamente 1.250 milioni di euro; maggiore equità e sicurezza nelle condizioni di lavoro;

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