Il sollevatore telescopico, forse per la sua stessa natura, è oggi fra le macchine agricole che stanno vivendo l’evoluzione più profonda e interessante. Da mezzi di rincalzo i sollevatori telescopici sono diventati il cuore pulsante dell’azienda con un ruolo che va oltre la semplice gestione logistica dell’allevamento. L’evoluzione tecnica permette oggi di andare oltre le classiche attività attribuite ai sollevatori telescopici: sono dei veri e propri porta attrezzi a cui si chiede ogni giorno qualche capacità in più. Non solo movimentare, quindi, ma anche svolgere lavori molto specializzati con attrezzature specifiche. O portare a termine attività di manutenzione con le piattaforme di sollevamento.

Tutto questo con l’imperativo sempre più categorico del minor impatto ambientale. Una tendenza, quella dei sollevatori telescopici, che si è chiaramente vista ad Eima 2021 dove il fermento dei costruttori ha portato all’attenzione degli utilizzatori novità di rilievo in cui macchine di ogni dimensione sono state interessate dall’evoluzione del settore. Da modelli full-electric a mezzi di grandi dimensione destinati agli impianti a biogas. Soluzioni differenti in cui l’efficienza è sempre il primo obiettivo.

Merlo scende in campo con i suoi sollevatori telescopici

Dopo aver fatto incetta di riconoscimenti, il Merlo e-Worker arriva sul mercato. Il perfezionamento del primo concetto ha portato oggi ad avere due trasmissioni: anteriore o integrale. Con la trasmissione integrale adatta agli impieghi agricoli anche più duri. Quattro ruote isodiametriche, ingombri estremamente ridotti ma capacità di sollevamento fino a 5 metri di altezza e portata massima di 25 quintali. Portata che si mantiene invariata fino ad oltre i 3 metri di altezza. Un raggio di sterzo di soli 2.850 mm per la versione 2WD e di 3.250 mm per quel-la 4WD. L’autonomia operativa di 8 ore è fornita dalle batterie dalla capacità nominale di 960 Ah con voltaggio di ricarica di 220 e 400 Volt. La propulsione elettrica non prescinde dall’omologazione stradale.

Sollevatori telescopici

La trasmissione è gestita in modo completamente elettronico. I motori elettrici lavorano quindi in perfetta sincronia evitando di slittare e preservando la durata dell’energia a disposizione. L’impianto idraulico è un Load Sensing da 42 litri al minuto azionato da un motore elettrico specificamente dedicato. La sua gestione è nuovamente e completamente elettronica. Una strada ovvia che permette anche in questo caso di ottimizzare l’efficienza energetica.

La centralina elettronica dedicata gestisce i giri del motore elettrico e la portata d’olio del distributore idraulico. Per ridurre ulteriormente i consumi della batteria l’impianto idraulico sfrutta la gravità per la discesa del braccio telescopico. Il controllo avviene tramite una valvola controllata dalla stessa centralina.

Più muscoli per il Multifarmer

Un’altra pietra miliare tra i sollevatori telescopici della Merlo è il Multifarmer. Il modello di punta MF40.9 rinforza la muscolatura diventando MF44.9 e aumentando quindi la portata di ulteriori quattro quintali. Una macchina, dotata di attacco posteriore a tre punti e PTO elettronica, la cui motorizzazione FPT fornisce a International con novità e tecnologie di alto livello Merlo si è presentata a Eima 2021 con l’e-Worker ufficialmente presente sul mercato.

Il nuovo super compatto del costruttore di Cuneo è il capostipite della Zero Generation ed è declinato sia in versione 2WD per applicazioni indirizzate al settore industriale, sia in versione 4WD particolarmente adatto per aziende agricole e allevamenti. 42 170 cavalli e che, con la trasmissione a variazione continua Merlo CVTronic eroga la coppia in modo costante da 0 a 40 chilometri all’ora.

Manitou, a EIMA 2021 una vetrina internazionale per i suoi sollevatori telescopici

Il costruttore francese ha colto l’occasione di Eima 2021 per focalizzare l’attenzione degli utilizzatori sulla gamma MLT New AG che ha fatto la sua comparsa da qualche anno. Un’offerta di macchine in continua evoluzione che, partendo dalla innovativa cabina in cui comfort e sicurezza sono stati studiati con grande attenzione, si è recentemente allargata con il nuovo modello MLT 961+160 V+L. Un modello arrivato a metà 2021 che si aggiunge ai due MLT 841 e 1041 arrivati a fine 2020. Manitou ha colto l’occasione dell’aggiornamento motoristico per rivedere completamente quello che è, di fatto, l’ammiraglia del costruttore nel settore agricolo. Il nuovo motore Yanmar a 4 cilindri da 4,6 litri eroga 156 cv per una coppia massima di 805 Nm a 1.350 giri/min.

Sollevatori telescopici

La trasmissione è la M-Vario Plus che permette di lavorare in souplesse in condizioni gravose. Condizioni che sono esattamente il campo d’azione del MLT 961+160 V+L. Una macchina con una capacità massima di sollevamento di 6 tonnellate per un’altezza massima di 9 metri. L’impianto idraulico Load Sensing ha una portata massima di 200 litri al minuto. I punti di forza di questo sollevatore ad alte prestazioni partono dal braccio ad alta resistenza per arrivare alla gestione elettronica della trasmissione che permette di operare sia in modalità Comfort, sia in modalità Dinamica.

L’operatore è agevolato dal joystick con funzione JSM Autopower e dallo sterzo adattivo che riduce del 30 per cento il numero di giri nelle manovre più complesse. In opzione è disponibile la telecamera High View che, montata in testa al braccio, permette di caricare in modo agevole i rimorchio le tramogge più alte. Come nell’alimentazione degli impianti a biogas o nella movimentazione e stoccaggio dei cereali.

Dieci, tra premi e novità

Dieci si è presentata alla kermesse bolognese in grande spolvero. Oltre al Premio Novità Tecnica di EIMA per l’innovativo Adaptive Load Sensing sviluppato con Walvoil, il costruttore italiano si è presentato con un’interessante applicazione per la raccolta delle olive che vede una testata Sicma in accoppiamento con il compatto Agri Farmer 30.9. Una nicchia di mercato che sta crescendo e che vede, soprattutto in determinati cultivar, la necessità di avere macchine polivalenti per abbattere i costi di esercizio.

Sollevatori telescopici

Già presentato nell’edizione 2019 di Agritechnica, e poi rimasto lontano dalle manifestazioni ufficiali a causa della pandemia, Dieci ha focalizzato la propria attenzione anche sull’Agri Max 50.8 GD Power X2 dotato della innovativa trasmissione HVT1 sviluppata con Dana Rexroth. La collaborazione fra Dieci e Walvoil rientra nel più ampio TASC, ‘Smart and Clean Agricultural Tractors Project’, un progetto diffuso che include la partecipazione dei principali laboratori di ricerca universitari della Regione Emilia-Romagna, nato con l’intento di minimizzare l’impatto ambientale della meccanizzazione agricola

Con l’elettronica dà sempre il massimo

L’ALS, Adaptive Load Sensing è in grado di modulare il valore di margine di Stand- By, ossia il differenziale di pressione idraulica, al valore massimo di efficienza richiesto dal mezzo. Questo grazie a una centralina elettronica che raccoglie tutte le informazioni di funzionamento e utilizzo della macchina. Il valore differenziale può inoltre essere selezionato dall’operatore in base a due funzionalità operative: ‘Precision function’ e ‘Boost function.

L’ALS permette di avere economie di carburante fino al 28 per le manovre con il braccio e fino al 45% durante le fasi di movimento rispetto ad un identico mezzo standard. Non è infatti un caso che l’innovazione abbia anche ricevuto il “Premio Blu 2020-21” per le soluzioni che si distinguono in tema ambientale. Il sistema è stato sviluppato e testato sul modello Agri Famer 42.7, uno dei modelli più venduti del costruttore di Reggio Emilia e che si inserisce nella classe “7 metri” che, oggi, raccoglie la grande maggioranza del mercato mondiale dei telescopici in agricoltura.

La soluzione integrata per la raccolta delle olive, sviluppata con lo specialista Sicma, va nella direzione dell’implementazione della sicurezza operativa. Le esigenze degli utilizzatori sono sempre più ampie e il crescente successo dei sollevatori telescopici, un vero e proprio boom di vendite, è dovuto anche alla possibilità di svolgere molteplici lavorazioni. Avere accessori complessi, specializzati e approvati in modo ufficiale è una ulteriore garanzia per chi opera in campo ogni giorno.

Faresin, un nuovo modello per le esigenze più disparate

Faresin si è presentata ad Eima con il nuovo modello FS 7.32. Una vera e propria svolta dell’azienda veneta che si presenta come capostipite di quella che è stata definita la Next Generation dei telescopici made in Breganze. Debutta infatti nel difficile mercato dei compatti dove ingombri, visibilità, prestazioni sono elementi complessi da bilanciare. Faresin ha lavorato su ogni aspetto dando la possibilità di avere, sulla base della stessa macchina, molteplici allestimenti. Le motorizzazioni su base Deutz TCD 2.9 e 3.6 sono cinque per potenze da 55,4 a 100 kW. La curva di coppia è ottimizzata in modo da favorire le prestazioni a basso numero di giri. Lo Stage V è rispettato con DPF e DOC che lavorano in coppia.

I flussi d’aria ottimizzati non pregiudicano l’efficienza nel raffreddamento a fronte di un comodo accesso per la manutenzione. La funzione Auto- Stop spegne e poi riaccende automaticamente il motore quando si lascia il posto guida a vantaggio di consumi e sicurezza. La trasmissione è l’idrostatica Ecodrive che aumenta l’efficienza a seconda dello stile di guida. E’ disponibile sia in versione monomarcia da 0 a 30 km/h (allestimento Dynamic) che in versione con cambio meccanico a doppia velocità per raggiungere i 40 km/h. Gli assali possono essere sia a slittamento limitato al 45%, sia con bloccaggio elettroidraulico al 100%.

L’impianto idraulico ha portate da 125 a 180 l/min ponendosi al top del mercato ed è dotato di valvola Ecofast ed Ecofast- E che provvedono a rigenerare i flussi per aumentare efficienza ed abbassare i consumi. La cabina è completamente nuova e punta su ergonomia e visibilità. La versione Low-Cab contiene l’altezza al di sotto di 2,05 metri e permette l’accesso in piccoli fabbricati e allevamenti avicoli.

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