Un 2023 in chiaroscuro, su cui si riverseranno ancora gli effetti dell’inflazione e delle crisi degli ultimi anni, ma con il bicchiere mezzo pieno. Potrebbe essere sintetizzata così la visione sull’andamento industriale e commerciale espressa da produttori e stakeholders di settore in un sondaggio organizzato dall’AEM (Association of Equipment Manufacturers, ovvero l’associazione che riunisce i produttori di macchinari negli Stati Uniti d’America). Nello specifico, la sigla ha chiesto agli attori del segmento dei trattori, della meccanizzazione agricola e delle costruzioni di esprimere le loro opinioni sulle varie tendenze economiche e su come queste potranno influenzare le loro strategie di business, sia negli Stati Uniti che all’estero, durante il prossimo anno.

Il tutto a fronte di alcune difficoltà registrate nel corso del 2022, come la questione del mismatch lavorativo tra offerta e domanda (sono ancora numerosi i posti vacanti all’interno delle aziende) o i problemi alla catena di approvvigionamento. Va sottolineato che le informazioni ottenute attraverso queste indagini sulle condizioni del settore, effettuate trimestralmente dall’AEM, rappresentano solo una parte di ciò che viene poi raccolto nel Business Intelligence Dashboard della sigla e poi riassunto nei webinar trimestrali, tenuti da specialisti del comparto agricolo e delle costruzione, sulle prospettive del mercato dei macchinari e delle attrezzature.

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Trattori e macchinari, la visione dei produttori per il 2023

A poche settimane dal 2023, AEM ha quindi cercato di sintetizzare quanto emerso dal sondaggio rivolto ai produttori di macchinari e trattori sulla loro visione per l’anno venturo. A partire dall’inflazione, che è ai massimi livelli da 40 anni e, sebbene gli aumenti sembrino essere rallentati, rimane un problema persistente, affliggendo non solo l’economia a stelle e strisce, ma tutto il settore globale. Con un marcato aumento dei costi.

Non è quindi un problema solo degli Stati Uniti, tanto che anche la Banca Centrale Europea sta agendo come la Federal Reserve per combattere l’inflazione. Anche se tutti i produttori continuano a subire gli effetti dei ritardi nella catena di approvvigionamento, la situazione pare essere in netto miglioramento rispetto al biennio 2020-2021. Stando a quanto riportato dalla sigla, le attrezzature per l’edilizia e l’agricoltura, così come i componenti e gli OEM, si stanno allineando per risolvere i problemi della catena di fornitura verso la fine del 2023.

Le prospettive a lungo termine dell’industria delle costruzioni sono positive, nonostante la scarsa performance dell’ultimo anno. Con l’attenuarsi delle pressioni inflazionistiche nei prossimi anni, si prevede una ripresa del tasso di crescita annuale dell’industria delle costruzioni. Gli investimenti diretti del governo nei settori delle infrastrutture, dell’industria manifatturiera e dell’energia creano una stabilizzazione del settore. Il settore agricolo, invece, si trova in un ciclo di crescita che sembra rallentare, con le catene di approvvigionamento come problema principale. Anche se i numeri legati all’andamento trimestrale delle aziende continuano a peggiorare, gli indici di crescita netta, tuttavia, rimangono positivi.

La maggior parte degli associati registra una crescita su base annua e oltre la metà prevede una crescita anche per il 2023. Le difficoltà di assunzione sono un problema importante per l’industria manifatturiera, sia per quanto rigurada le mansioni impiegatizie che quelle in fabbrica. Si stanno riscontrando carenze sia nei mestieri qualificati che in quelli meno qualificati. I livelli di apertura di nuove posizioni lavorative sono piuttosto elevati, le assunzioni non seguono lo stesso trend e rimangono a un livello costante (ma più basso dell’effettiva offerta).

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