Un fatturato a 73,6 milioni di euro (senza i contributi il fatturato sarebbe stato di 42,4 milioni di euro con un incremento del 14% sul 2020), con un EBITDA positivo per 18 milioni di euro, principalmente riconducibile alla ripresa del business nel secondo semestre oltre che ai contributi ricevuti nell’esercizio, e un risultato netto pari a 4,2 milioni di euro. Dopo due anni complicanti a livello mondiale, sono numeri che fanno ben sperare quelli emersi dal bilancio 2021 di Veronafiere (dove quest’anno si è svolta Fieragricola 2022), approvato dall’assemblea dei soci (tra cui figurano il Comune di Verona, la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona, la Camera di Commercio di Verona e altri istituti pubblici e privati).

Si tratta di risultati che, complice la ricapitalizzazione dello scorso anno e i ristori arrivati dal Governo per attutire i danni subentrati con lo stop pandemico, hanno consentito di riportare la posizione finanziaria netta “area di confort con i principali indicatori finanziari rientrati nella normalità”, come sottolineato nella nota rilasciata da Veronafiere.

Veronafiere, un 2021 complicato ma caratterizzato comunque dallo svolgimento di molti eventi

A fronte di un primo semestre 2021 caratterizzato dal blocco completo dell’attività fieristica a causa della recrudescenza pandemica, Veronafiere si è poi subito attivata per tornare in presenza, dopo l’emanazione del DPCM con cui il Governo aveva dato il via libera alle fiere nazionali e internazionali dal 15 giugno. Veronafiere Spa è stato quindi il primo operatore fieristico italiano a riaprire gli eventi nello stesso mese, il 18 con MotorBike Expo Special Edition, il 19 con Vinitaly OperaWine, il 20 con la Vinitaly Preview e il 21 con la conclusione del Concorso internazionale Sol d’Oro.

Le restrizioni per l’emergenza sanitaria hanno permesso nel 2021 lo svolgimento regolare in presenza di 33 eventi dei quali 26 organizzati nel quartiere fieristico di Veronafiere, 2 alle Gallerie Mercatali (di proprietà della Fiera di Verona) e 5 all’estero in quattro paesi: Cina, Gran Bretagna, Russia e Stati Uniti d’America.

I commenti

«Dopo la trasformazione in società per azioni nel febbraio del 2017, la ricapitalizzazione di 30 milioni di euro dello scorso anno e, grazie al grande lavoro fatto da AEFI con il Governo e i Ministeri preposti, l’arrivo di 31,2 milioni di euro di ristori a livello di Gruppo a copertura delle perdite subite per la pandemia, con la revisione dello Statuto a febbraio del 2022 è stato completato l’iter per rafforzare ulteriormente il posizionamento di Veronafiere sul mercato – ha esordito Maurizio Danese, presidente di Veronafiere -. La trasformazione in società per azioni, l’aumento di capitale e la modifica dello Statuto, erano alcune delle attività definite con i Soci nel documento programmatico per il mio mandato di Presidente, iniziato nell’autunno del 2015 e che termina oggi, dopo un rinnovo, come da prassi con l’approvazione del bilancio 2021.

«Nel mezzo, due anni difficilissimi – 2020 e 2021 – per l’intero comparto fieristico, duramente impattato dalla pandemia, caratterizzati da prolungate chiusure – 8 mesi nel 2020 e 6 mesi nel 2021 – che hanno messo in crisi il settore con perdite del fatturato tra l’80 e il 100%, a cui si aggiungono quelle delle filiere collegate, allestitori e congressuale in primis, e l’indotto generato, diretto e indiretto. Nel febbraio del 2021 Veronafiere aveva già elaborato un piano per la ripartenza dell’attività nel periodo 2021-2024. Un piano che ha rinnovato le ambizioni di crescita aziendali, creato le condizioni per un graduale ritorno alla redditività e ripristinato la solidità della struttura finanziaria del Gruppo. L’aumento di capitale, a cui i soci hanno aderito all’unanimità, consente di attuare il Piano di azione per la ripartenza che ha previsto un 2021 di transizione per uscire dall’emergenza Covid, agganciare la ripresa nel 2022, con una previsione di bilancio 2022 a livelli pre-pandemia e superiore alle attese».

Per Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere: «I risultati del 2021 sono frutto anche di una forte focalizzazione sulla riprogettazione, anche innovativa, delle manifestazioni e di tutti i prodotti in portafoglio con una attenta gestione dei costi. Nel 2022 siamo ripartiti nonostante lo stop and go dei primi due mesi con tutte le rassegne previste in calendario e puntando attraverso il Piano per la ripartenza sul rilancio e sul rafforzamento dei prodotti “core” del Gruppo Veronafiere, sull’accelerazione dei processi di digitalizzazione e di internazionalizzazione, sulla realizzazione di nuove efficienze e sinergie con particolare riguardo a nuove competenze e open innovation».

Durante l’assemblea dei soci, infine, sono state nominate le nuove cariche dirigenziali del polo fieristico veronese.

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