28% di terra coltivata in meno nell’arco di una sola generazione (25 anni), “solo” 12,8 milioni di ettari di superficie utilizzabile, con una conseguente perdita di oltre 400 milioni di chili di prodotti agricoli in un decennio. Sono dati inquietanti quelli emersi da un’analisi della Coldiretti, diffusa in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente del 5 giugno 2022, che mettono quindi in evidenza un modello di sviluppo sbagliato, dove a prevalere sono state soprattutto l’abbandono e le logiche edilizie, con la cementificazione e la copertura graduale del suolo prima destinato al settore primario (con la velocità impressionante di 2 metri quadri al secondo).

Coldiretti punta i riflettori sul suolo agricolo italiano, tra crisi strutturali e congiunturali

Un problema grave, ormai diventato strutturale, che si somma alle crisi congiunturali, come quella ucraina che ha fatto schizzare alle stelle il prezzo di energia e materie prima. Una tendenza, quella dell’erosione della superficie coltivabile, che va ad impattare pesantemente su un paese come l’Italia che, a detta della stessa Coldiretti, deve ancora colmare il pesante deficit produttivo in molti settori importanti dalla carne al latte, dai cereali fino alle colture proteiche necessarie per l’alimentazione degli animali negli allevamenti.

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L’Italia è infatti obbligata ad importare il 64% del grano per il pane, il 44% di quello necessario per la pasta, ma anche il 16% del latte consumato, il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale, senza dimenticare che con i raccolti nazionali di mais e soia, fondamentali per l’alimentazione degli animali, si copre rispettivamente appena il 53% e il 27% del fabbisogno italiano, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga.

La sparizione di terra fertile non pesa infatti solo sugli approvvigionamenti alimentari – sottolinea Coldiretti – dal 2012 ad oggi il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non ha potuto garantire l’assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora scorrono in superficie aumentando la pericolosità idraulica dei territori con danni e vittime. Una situazione aggravata dai cambiamenti climatici con quasi 6 eventi estremi al giorno nell’ultimo anno tra precipitazioni violente e lunghi periodi di caldo e siccità nella Penisola dove oggi il 94% dei comuni è a rischio idrogeologico, secondo l’analisi Coldiretti su dati Ispra.

“Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia deve difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile puntando a una forma di sovranità alimentare con i progetti del Pnrr” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre anche accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”

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