“Le imprese agricole non sono assolutamente in grado di assorbire ulteriori aumenti dei costi energetici”. È lapidaria la Giunta esecutiva di Confagricoltura nel commentare gli ipotetici aumenti del costo dell’energia che, da qui ai prossimi mesi, potrebbero sommarsi a quelli che hanno già travolto l’intero comparto agricolo e agroalimentare nel corso del 2022, in conseguenza delle turbolenze che hanno interessato i listini dallo scoppio del conflitto in Ucraina lo scorso febbraio.

Il commento di Confagricoltura è stato effettuato in occasione dell’apertura del Food&Science Festival la tre giorni mantovana dedicata all’innovazione nel comparto agroalimentare e alla condivisione delle esperienze dei protagonisti del settore, svoltasi dal 30 settembre al 2 ottobre 2022.

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Rincari energetici, Confagricoltura chiede nuove misure

“Senza il blocco del prezzo del gas a livello europeo e il varo di nuove misure a supporto della liquidità c’è il rischio imminente che un elevato numero di imprenditori del nostro settore sia costretto a sospendere o a ridurre l’attività produttiva”, prosegue Confagricoltura. “Di conseguenza, calerebbero le forniture ai mercati e alle industrie di trasformazione, a vantaggio delle importazioni da Paesi in cui i costi energetici sono inferiori”. Secondo i dati diffusi da ISMEA, i costi di produzione dell’agricoltura, nei soli primi tre mesi di quest’anno, sono aumentati di oltre il 18% sullo stesso periodo del 2021.

La Giunta di Confagricoltura ha anche esaminato le decisioni, annunciate dal governo tedesco, che prevedono un nuovo tetto sul prezzo del gas a livello nazionale e uno stanziamento pubblico di 200 miliardi di euro a sostegno di famiglie e aziende. “Le decisioni unilaterali degli Stati membri determinano una vera e propria distorsione di concorrenza tra le imprese. Il regolare funzionamento del mercato unico non può dipendere dalla capacità di spesa dei bilanci statali” – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“Il sostegno alle imprese deve essere attuato a livello europeo, riproponendo le misure comuni già attuate durante la pandemia a tutela dell’occupazione (con il programma SURE), oppure, autorizzando gli Stati membri a utilizzare per la riduzione dei costi energetici una parte dei fondi già assegnati dall’Ue per altre finalità, ma non ancora impegnati”. Nonostante l’intensità della crisi in atto – fa notare la Giunta confederale – l’Unione europea ha mantenuto invariati gli stanziamenti all’agricoltura. Non solo: dal prossimo anno subiranno una progressiva riduzione del 15% in termini reali.

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