Il Ferrari Cromo K40 Rs, col modello di minor potenza K30, aveva sostituito la precedente serie Vipar, portano in dote notevoli aggiornamenti tecnici. Se le dimensioni compatte e la capacità di manovrare in spazi ristretti rimanevano la caratteristiche principali, insieme alle 4 ruote id eguali dimensioni che lo facevano ‘galleggiare’ sul terreno, il motore Kubota, l’impianto idraulico maggiorato e la disposizione più ergonomica e confortevole dei comandi, lo rendevano interessante non solo per gli usi hobbistici ma anche per diversi impieghi professionali, dove la potenza richiesta non era elevata. Quindi soprattutto nell’ambito delle colture specializzate, orticole e vivaistiche, oltre che naturalmente nella manutenzione del verde.

La meccanica del Ferrari Cromo K40 RS. Piccolo ma grintoso

Al tempo disponibile soltanto in versione con piattaforma, il Ferrari Cromo K40 Rs non tradiva il suo Dna, ed ereditava le caratteristiche di tutti i trattori della famiglia Bcs. Le ruote isodiametriche che erano praticamente un marchio di fabbrica, così come il telaio integrale Os-Frame che ospitava la trasmissione, che con un angolo di oscillazione di 15 gradi permetteva di avere maggiore aderenza sui terreni dissestati. La trazione era di tipo permanente, integrale, con possibilità di bloccare meccanicamente il differenziale anteriore che quello posteriore, il passo è corto e il motore era montato a sbalzo sull’assale anteriore, che in questo caso era dotato di ruote sterzanti.

La manovrabilità era dunque estrema, anche in considerazione delle dimensioni molto compatte: con pneumatici 260/70 R16 la lunghezza era di 2,850 mm, la larghezza di 1.200 mm e il passo di 1.220, per un diametro di sterzo di poco superiore ai 6 metri. Ottima anche la stabilità, grazie al baricentro molto basso (la luce minima al suolo era di 220 mm) e alla distribuzione dei pesi, che con attrezzo portato si ripartivano equamente su avantreno e retrotreno. Rispetto ai Vipar, era più pesante e robusto, e poteva quindi svolgere lavori più gravosi senza andare in sofferenza.

Stessi cavalli con più litri e più coppia

Merito anche del 4 cilindri Kubota V 1505 che sostituiva il Lombardini 1404 Focs. I cavalli erano gli stesso ma la cilindrata saliva a 1,5 litri e la coppia cresceva del 15% arrivando a 9,86 chilogrammetri a 2.200 giri. I 35 cavalli di potenza massima erano poi erogati a 3.000 giri (prima erano 3.600) e questo, unitamente alle caratteristiche della precamare E-Tvcs che migliorava l’efficienza della combustione, consentiva di contenere i consumi oltre che il rumore e le vibrazioni.

La trasmissione era molto semplice ma affidabile, con frizione monodisco a a secco e cambio meccanico a ingranaggi con innesti agevolati. Certo la fluidità dei cambi non era eccezionale, e anche se con un po’ di attenzione per i rapporti più lunghi si riuscivano a effettuare cambi marcia col trattori in movimento, la ‘grattata’ era quasi sempre assicurata e quindi era consigliato farlo da fermo. In tutto c’erano 4 marce e due gamme, per complessivi 8 rapporto di velocità da 1,4 a 28 chilometri orari. L’inversore agiva solo sulla gamma lenta, quindi le retromarce erano 4, da 1,4 a 7,2 chilometri orari. L’impianto idraulico era stato maggiorato con una pompa da 33 litri al minuto che lavorava a una pressione di massima di 125 bar.

Il posto guida. Più comodo e razionale

Il nuovo Ferrari Cromo poteva vantare un sostanziale passo avanti a livello di ergonomia e comfort rispetto alla quasi totalità dei trattori isodiametrici (non solo del gruppo BCS) che presentavano le leve del cambio sul tunnel centrale della trasmissione. In questo caso le leve sono state avanzate sull a colonna dello sterzo, quella delle marce a destra, quelle delle gamme (che fa anche da inversore) a sinistra, e quella dell’acceleratore manuale al centro. Il sedile era fornito di serie con sospensione a molle, e la fanaleria era stata potenziata con 4 fari nel cofano (ribaltabile) e due nei parafanghi anteriori.

In primo piano

Articoli correlati

Wallis Cub, nel 1913 la rivoluzione strutturale dei trattori

L’americana Wallis ebbe il merito di produrre nel 1913 il primo trattore al mondo a struttura portante. Una rivoluzionaria culla in acciaio accoglieva motore e trasmissione. Un altro passo avanti nell’evoluzione del trattore così come lo conosciamo oggi. Ecco la sua storia