Un’altra tragedia nei campi pugliesi. L’ennesima di una stagione in cui il bilancio di vite umane è diventato drammatico. A poche settimane dall’incidente che lo scorso 20 novembre aveva causato la morte di un giovane lavoratore in un frantoio, sempre in provincia di Foggia nella giornata del 6 dicembre, purtroppo, ha perso la vita un altro agricoltore. L’incidente con un trattore si è rivelato fatale.

La vittima era un trentenne di origini straniere che si trovava in un campo a Borgo San Carlo, frazione rurale del comune di Ascoli Satriano, in provincia di Foggia. Anche se le dinamiche sono ancora al vaglio delle forze dell’ordine, in base alle prime ricostruzioni parrebbe che il 30enne, mentre si trovava ad effettuare alcune lavorazioni in un campo della zona, sia stato investito da un altro lavoratore alla guida di un trattore, che non lo aveva visto.

Le sue condizioni sono apparse sin da subito disperate. Sul posto, oltre a un’ambulanza, i sanitari hanno richiesto l’intervento anche dell’elisoccorso. Tuttavia, i tentativi di rianimazione non sono valsi a nulla. Troppo gravi le ferite riportate dal giovane. Presenti anche i carabinieri della Compagnia locale, che hanno cercato di ricostruire le esatte dinamiche di quanto accaduto.

Foggia, la strage non si ferma. Il commento del sindacato

Quello di Ascoli Satriano è l’ennesimo sanguinoso caso di cronaca che ha riacceso i riflettori sulla sicurezza sul lavoro, soprattutto nel comparto agricolo. Ad intervenire è stato Antonio Ligorio, Segretario generale della Flai Cgil Puglia, la sigla sindacale locale che si occupa di tematiche agricole. “Una strage silenziosa e silenziata che continua nell’indifferenza generale che indebolisce ulteriormente uno dei settori più fragili e più esposti ai rischi”. Così ha esordito Ligorio.

“Un dolore che si ripete, settimana dopo settimana, e che non può essere derubricato a fatalità. I numeri diffusi dall’Inail – ha proseguito Ligorio – non ammettono esitazioni né ritardi nelle misure di prevenzione. Non possiamo più assistere a un settore che continua a pagare un tributo di sangue perché non vengono garantite formazione, prevenzione e controlli adeguati. La sicurezza non è un costo, è un diritto fondamentale, e quando viene negato significa che qualcuno non ha fatto il proprio dovere”.

E chiosa con un appello. “Chiediamo un piano straordinario sulla sicurezza in agricoltura, con investimenti, ispezioni più frequenti, percorsi formativi obbligatori e l’utilizzo di mezzi moderni e sicuri. Il lavoro agricolo non può continuare a essere terreno di precarietà e rischio costante. Basta parole di circostanza. Ogni volta che un lavoratore o una lavoratrice muoiono in campagna o in un frantoio, muore un pezzo della nostra terra. La Puglia non può accettare di essere la regione con uno dei più alti numeri di infortuni in agricoltura. La sicurezza è una priorità. Non per un giorno, non per un mese, ma sempre”.

In primo piano

Articoli correlati