Da un lato puramente trattoristico, all’ultima edizione di Agritechnica John Deere ha svelato praticamente solo una grande novità. Gli altri prodotti, pur imponenti e innovativi, hanno interessato altri segmenti agromeccanici, come quello delle trince o delle rotopresse. Nonostante questo, si tratta comunque di un prodotto probabilmente destinato a cambiare le carte sulla tavola dell’elettrificazione del settore primario. Il Cervo ha infatti sfruttato la vetrina globale della kermesse di Hannover per presentare al grande pubblico il suo nuovo concept di trattore elettrico.

Prima di enumerare le caratteristiche di questo modello – che deriva dallo specializzato 5M attualmente a listino -, però, va subito chiarito un aspetto: quello presentato da John Deere è a tutti gli effetti un ‘semplice’ prototipo che, prima di arrivare effettivamente sul mercato, dovrà essere testato e ridefinito a lungo. Le prime prove intensive per clienti selezionati, infatti, non avranno luogo prima del 2026 con l’eventuale produzione in serie che non partirà almeno fino ai prossimi 3/4 anni.

John Deere, con l’elettrico una soluzione ‘tailor made’

Fatte le dovute premesse, entriamo nel merito di questo nuovo modello. John Deere ha infatti chiarito sin da subito che il suo trattore elettrico, di fatto, sarà una soluzione configurabile (e modulabile) in base alle specifiche esigenze dei clienti. Che, quindi, potranno scegliere il tipo di assale (carreggiata stretta o larga), il numero di batterie (fino a cinque, per un totale di 195 kWh di energia) e perfino la cabina (da frutteto, vigneto o quella più ampia del 5M).

Tutto può quindi essere calibrato in base all’utilizzo che il cliente ne farà, adattandolo quindi, per esempio, a un impiego zootecnico in stalla o a uno di trasporto su strada. Il Cervo ha fatto sapere che con il sistema di batterie più grande tra quelli disponibili il mezzo offre fino a otto ore di autonomia. L’obiettivo, ora, resta quello di garantire una ricarica rapida fino all’80% entro i 30 minuti. Una caratteristica che rivoluzionerebbe i tempi operativi in azienda agricola.

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Tutti i vari trattori elettrici che saranno prodotti, di fatto, condivideranno la stessa piattaforma, che deriverà da quella dell’attuale 5M. Soltanto uno dei pacchi batterie sarà montato direttamente sotto al veicoli: gli altri saranno invece impilati, in base alla quantità scelta dai clienti, direttamente sotto al cofano. I motori elettrici deputati al funzionamento di questo trattore elettrico saranno invece tre: uno da 100 cv per azionare le ruote, uno da 130 cv per la PTO un altro, infine, per la pompa idraulica.

Per ora questo trattore è stato testato nella versione a carreggiata stretta soltanto negli Stati Uniti. A partire dal 2026 sbarcherà in Europa per essere testato approfonditamente in diversi contesti operativi. Insomma, il futuro dell’elettrificazione in agromeccanica non è ancora chiaro. Ma i primi passi sembrano esseri incoraggianti.

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