L’esondazione del fiume Misa dopo l’alluvione che si è scatenata nelle Marche nella notte tra il 15 e il 16 settembre, oltre ai morti e ai feriti, ha provocato danni per milioni di euro in tutta l’area rurale della zona, dalla provincia di Ancona fino a Pesaro, con campi totalmente sommersi o travolti dal fango, e centinaia di macchinari e attrezzature (trattori, irrigatori, aratri, erpici ecc) andati completamente distrutti con la piena che ha travolto e portato a valle qualunque cosa incontrasse. La situazione che è emersa dal primo monitoraggio della Coldiretti dopo i tragici fatti della scorsa settimana è preoccupante.

Marche, l’alluvione ha travolto tutto il comparto agricolo

L’alluvione ha lasciato i pozzi per l’acqua pieni di fango, inutilizzabili con le idrovore che non riescono a togliere la melma. Nei campi si sono aperte voragini impraticabili per i trattori e si sono accatastati rifiuti di ogni genere. Gli agricoltori si stanno aiutando tra loro per pulire i terreni e ripristinare la funzionalità dei mezzi ma c’è anche il rischio di non riuscire a fare le semine autunnali di orzo, avena e grano, né quelle primaverili. La Coldiretti è impegnata nell’offrire assistenza alle aziende colpite e chiede alle Istituzioni di agire in fretta in questa situazione di emergenza.

“La situazione delle aziende agricole è drammatica e questa calamità rischia di essere per molti il colpo di grazia dopo il Covid, i rincari delle materie prime e la crisi attuale – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – servono fondi e una normativa in deroga per semplificare un carico burocratico che, come è oggi, porterebbe alla paralisi totale e quindi all’abbandono del territorio”.

Un quarto delle campagne è scomparso negli ultimi 25 anni

Un caso, quello delle Marche, che va quindi ad aggravare la già precaria situazione della disponibilità di terreni agricoli in Italia. Come sottolineato dalla sigla, nello spazio di una generazione (25 anni) è infatti scomparso più di 1 terreno agricolo su 4 (-28%) a causa dell’abbandono e della cementificazione che hanno ridotto la capacità di assorbimento della pioggia e messo a rischio l’ambiente e la sicurezza dei cittadini.

Nel 2021 sono stati consumati in Italia oltre 2 metri quadrati di suolo al secondo, il valore più alto negli ultimi 10 anni – ha evidenziato la Coldiretti – con il cemento che ricopre ormai 21.500 km quadrati di suolo nazionale, dei quali 5.400, un territorio grande quanto la Liguria, riguardano i soli edifici che rappresentano il 25% dell’intero suolo consumato, secondo il Rapporto elaborato dall’Ispra. Le aree perse in Italia dal 2012 avrebbero garantito l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora, scorrendo in superficie, non sono più disponibili per la ricarica delle falde e aggravano la pericolosità idraulica del territorio.

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