Chi lo avrebbe mai detto che uno dei marchi automotive più famosi al mondo, produttore di automobili e autocarri che hanno fatto la storia del segmento premium, oggi in prima fila nell’elettrificazione delle gamme, sin dai primi anni del Novecento era attiva anche nel ramo dell’agromeccanica? Eppure è proprio quello che è successo con Mercedes-Benz. I primi passi sul mercato in ambito agromeccanico da parte di Mercedes-Benz furono mossi infatti nel lontano 1913, quando le due società che rappresentavano l’ossatura del brand erano ancora separate (e concorrenti tra loro).

Uno dei primissimi trattori Benz-Sendling. Da notare la ruota motrice posteriore dentata

In quel anno la Daimler introdusse sul mercato un aratro motorizzato, dal peso di 6,6 ton, con un principio di funzionamento simile a quello degli aratri a rimorchio che di lì a poco, negli anni ’20, avrebbero inondato il mercato. Ma il modello di punta che caratterizzò le strategie del neonato gruppo Daimler-Benz (sorto nel 1926, poi Mercedes-Benz) verso la fine degli anni ’20 fu il trattore a tre ruote: una, più grande e dentata era posteriore, posta al centro, e due più piccole erano invece quelle anteriori. La versione definitiva, arrivata dopo l’evoluzione di altre due unità simili, prendeva il nome di Benz-Sendling S2.

Mercedes-Benz, i primi trattori della nuova società

Sviluppato nel 1922 insieme alla Sendling, portava in dote un motore diesel (fatto pioneristico per la meccanizzazione agricole di quegli anni) e uno sterzo dal diametro di 1,4 metri. Nonostante il mezzo non avesse bisogno di un differenziale, considerata la presenza di una suola ruote posteriore, ben presto ci si accorse che per le operazioni più gravose in campo aperto o durante le fase di svolta sui terreni impervi il mezzo presentava una scarsissima stabilità. Il modello successivo, sviluppato sempre dalla cordata Mercedes-Sendling prima della fusione con Daimler, fu il trattore BK, con motore diesel e a quattro ruote (anche con pneumatici in gomma nella versione stradale), decisamente più stabile del Benz-Sendling S2.

Il modello seguente, invece, fu lo storico OE che, però, complici il momento storico (con la crisi economica del ’29 che ridusse drasticamente il potere di acquisto degli agricoltori) e la concorrenza (tra cui i più economici Fordson che arrivavano da Oltreoceano, o i mezzi della Lanz, per rimanere in Germania), vendette pochissime unità. Un insuccesso commerciale (380 vendite totali dal suo lancio) che spinse Mercedes-Benz ad accantonare la produzione di macchinari agricoli dal 1933 fino agli anni successivi che seguirono la fine del secondo conflitto mondiale.

Unimog, un mezzo progettato all’insegna della polivalenza. Qui in abbinamento a un’irroratrice

Unimog, una leggenda che dura ancora oggi

Il candidato al rilancio di Mercedes-Benz nel segmento agromeccanico fu un mezzo che entrò nella leggenda e che, ancora oggi, dopo decine di cambiamenti, è ancora presente nel catalogo del colosso automotive: l’Unimog. Le prime bozze del mezzo furono realizzate verso la fine del 1945 da Albert Friedrich, ingegnere che aveva già lavorato per la Daimler-Benz nella progettazione di motori aeronautici. In questo progetto la Daimler-Benz, tuttavia, entrò soltanto in un secondo momento: per lo sviluppo del progetto inizialmente, infatti, Friedrich riunì una valente squadra di ingegneri ed entrò in società con la ditta Erhard & Sons. La produzione su vasta scala dell’Unimog iniziò soltanto nel 1948 presso la fabbrica della Boheringer, un altro partner. Soltanto nel 1951, visto il successo del prodotto e l’esigenza di ingenti investimenti per il raggiungimento di volumi di produzione sostenibili a livello economico, subentrò Daimler-Benz.

L’aspetto del mezzo è quello di un autocarro (e, infatti, ancora oggi il suo principale utilizzo è proprio questo, seppur su terreni complicati), ma il suo utilizzo era polivalente, sia in campo – dove si prestava a qualunque tipo di utilizzo, dalla preparazione del suolo alle operazioni di irrigazione – che su strada. Iniziò a montare la stella Mercedes-Benz sulla calandra a partire dal 1953, anno in cui arrivò anche una versione con cabina completamente chiusa, che affiancò la precedente versione con capote a mantice.

Arriva l’MB-trac

Dopo anni densi di successi per l’Unimog (ma un utilizzo più stradale che agricolo), la gamma di trattori fu completata, poi, nel 1972 con il lancio dell’Mb-trac. Gli iniziali modelli MB-trac 65 e 70 furono poi affiancati dal potentissimo MB-trac 1500. Integrato in una joint venture con la Deutz (prima dell’acquisizione da parte della Same nel ’95) la produzione dell’MB-trac fu definitivamente interrotta nel 1991. Anche in questo caso, purtroppo, il successo commerciale fu limitato.

In primo piano

Articoli correlati

Wallis Cub, nel 1913 la rivoluzione strutturale dei trattori

L’americana Wallis ebbe il merito di produrre nel 1913 il primo trattore al mondo a struttura portante. Una rivoluzionaria culla in acciaio accoglieva motore e trasmissione. Un altro passo avanti nell’evoluzione del trattore così come lo conosciamo oggi. Ecco la sua storia