La genesi degli scavallatori per vigneti va fatta risalire, in sostanza, agli albori dell’agromeccanica. Protagoniste le colture di Francia e Germania. I vigneti francesi e tedeschi hanno spesso una distanza tra i filari attorno al metro e piante molto basse rispetto a quelle che vediamo abitualmente nel nostro Paese. Il motivo è semplice, l’insolazione è insufficiente per permettere una maturazione ottimale ed è quindi necessario che l’altezza delle piante sia contenuta per permettere ai raggi del sole di arrivare ai grappoli dell’uva. In una situazione colturale simile se la cavavano molto bene i cavalli che costituivano la forza lavoro principale sino agli anni 20 del secolo scorso.

Si ponevano il polverizzatore degli antiparassitari e il suo serbatoio sul dorso del cavallo che passava agevolmente tra i filari, guidato dall’uomo che azionava il dispositivo. Per accelerare l’operazione, alcuni produttori di macchine polverizzatrici proponevano degli scavallatori trainati da cavalli. Erano dotati di una grande luce libera da terra che permetteva di passare sopra ai filari; potevano anche lavorare due filari nello stesso tempo, aumentando così la produttività.

Lo scavallatore Bobard BB era in grado di lavorare in interfila di vigneti molto stretti, tipici della Francia. Era spinto da un motore Volkswagen.

Arriva la Bobard. E niente sarà più come prima per gli scavallatori

Questi scavallatori avevano dei telai in legno con ruote sempre in legno cerchiate in ferro. Il serbatoio e la pompa si trovavano sul carro e la pompa era azionata da una catena collegata alle ruote. Con l’avvento della meccanizzazione, in Francia diversi costruttori cominciarono ad offrire dei trattori scavallatori. La ditta più famosa era, ed è tuttora, Bobard che esordì nel 1950 con il suo primo esemplare a due ruote motrici posteriori e ruota centrale direttrice anteriore. Arrivarono poi più pratici e stabili modelli a quattro ruote. Bobard offriva modelli sia a due che a quattro ruote motrici. Per parecchi anni questa tipologia di macchine godette di un buon successo.

In particolare, nel 1957, il costruttore transalpino presentò il modello BB –VW (abbreviazione di Bobard e Volkswagen), mezzo che renderà Bobard leader del settore. Era spinto da un motore Volkswagen da 25 cavalli raffreddato ad aria ed esibiva un innovativo telaio in lega leggera e alluminio. Fu il primo scavallatore a disporre della presa di forza e del sollevatore con attacco a tre punti. Il suo successo è confermato dai dati di produzione: 1.045 esemplari uscirono dalle fabbriche Bobard dal 1957 al 1964. Ancora oggi la ditta transalpina è leader mondiale del settore.

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