L’arrivo dell’ondata di caldo straordinario, che in questi giorni di maggio arriverà a picchi di 35° in alcune zone d’Italia, ha accorciato i tempi di maturazione nei campi, facendo anticipare la finestra utile per il periodo di raccolta. Con la conseguenza che l’arrivo dei lavoratori stagionali, per diverse tipologie di colture, dovrà essere anticipato di qualche settimana rispetto alla consuete tabelle di marcia: secondo la Coldiretti, infatti, all’agricoltura italiana servono almeno 100mila lavoratori stagionali per garantire le campagne di raccolte che dureranno dalla tarda primavera a tutto il periodo estivo.

L’appello della Coldiretti per i lavoratori stagionali nei campi

Secondo la sigla agricola occorre velocizzare il rilascio dei nulla osta necessari per consentire ai lavoratori extracomunitari, ammessi all’ingresso con il decreto flussi, di poter arrivare in Italia per lavorare nelle imprese agricole al più presto. Rispetto all’anno scorso, ha precisato la Coldiretti, le quote di lavoratori extracomunitari ammessi per decreto in Italia è stato alzato a 69mila e di questi, la fetta riservata all’agricoltura è di 42mila posti, a fronte dei quali sono però pervenute circa 100mila domande. La presenza di lavoratori stranieri è diventata strutturale nell’agricoltura italiana dove un prodotto agricolo su quattro viene raccolto in Italia da lavoratori stranieri che rappresentano più del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato la Coldiretti.

Si tratta soprattutto – continua la Coldiretti – di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli. Ma con strumenti concordati con i sindacati, occorre consentire anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi” – conclude Coldiretti – che chiede “un piano per la formazione professionale e misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro con una radicale semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all’andamento climatico sempre più bizzarro”.

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