Al coro allarmistico che da giorni riecheggia sul settore del gas, il cui prezzo al megawattora ha superato la cifra record di 320 euro nella giornata del 25 agosto, si è aggiunta anche Filiera Italia, la sigla associativa nata nel 2017 che riunisce attori del mondo agricolo e agroalimentare del Paese. Infatti, secondo Luigi Scordamaglia, Consigliere Delegato di Filiera Italia, con un prezzo del gas così alto, che obbliga numerosi operatori di settore a lavorare in perdita per garantire comunque la continuità degli approvvigionamenti, tutto il comparto agroalimentare potrebbe seriamente andare incontro a un brusco stop. Una situazione certamente estrema a cui si potrebbe però arrivare gradualmente, partendo dalla carenza di alcuni prodotti sugli scaffali dei supermercati.

Filiera Italiana, comparto agroalimentare a rischio stop per prezzo gas. L’appello alla politica

“Tutti i comparti sono importanti ma se a fermarsi fosse la nostra filiera, che nel complesso vale 570 miliardi di euro di fatturato (25% del PIL nazionale) e impiega 4 milioni di dipendenti, la situazione diventerebbe davvero critica”, ha tuonato Scordamaglia. Insomma, una situazione talmente grave che ormai “non si parla più di erosione dei margini (da tempo in negativo), ma di possibile stop alla produzione con problemi di approvvigionamento sul mercato interno e sulle nostre esportazioni”.

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Le esortazioni del Consigliere Delegato di Filiera Italia di agire in fretta per arginare possibile conseguenze disastrose nel medio periodo, a questo punto, si sono rivolte alla classe politica, attualmente in campagna elettorale in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre. “I partiti impegnati nella campagna elettorale – ha commentato Scordamaglia – prendano atto della gravità e straordinarietà della situazione, e diano trasversalmente pieno mandato al Governo ancora in carica per fornire energia e gas ad un prezzo calmierato alle filiere essenziali – a cominciare da quella agroalimentare – e per negoziare con il sostegno di tutti a Bruxelles un price cap europeo subito”.

Tra i vari leader politici impegnati in questa inusuale campagna elettorale estiva, ad aver sollevato la questione è stato Carlo Calenda, a capo di Azione e frontman della lista stilata insieme a Italia Viva (definito giornalisticamente come Terzo polo). “Siamo in emergenza nazionale”, ha commentato su Twitter. “Servono 10 miliardi per le imprese, sganciamento rinnovabili dal gas e 30 miliardi sulle famiglie. Ora. Le forze politiche sospendano la campagna elettorale e si dichiarino pronte a supportare il piano del governo, rigassificatore incluso, e un eventuale scostamento di bilancio”. Proposta che si è scontrata con il secco no di tutte le altre forze politiche.

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