Dopo le turbolenze delle ultime settimane, tra possibilità nefaste di esclusione e polemiche tra le principali sigle di settore, la misura per l’attribuzione del credito d’imposta del 20% sul gasolio agricolo utilizzato dai contoterzisti – per mitigare gli effetti dei rincari energetici e dell’inflazione – pare essere sulla strada giusta per concretizzarsi in realtà. Il provvedimento, al centro del dibattito che per mesi ha infiammato il settore, è infatti stato inserito all’interno della bozza del DL Aiuti-ter. In questo modo è stato chiarito il nodo che aveva sollevato Uncai, ovvero se la misura spettasse (e in che modo) anche ai contoterzisti, oltre che agli agricoltori. Senza chiarimenti, il rischio per i contoterzisti, come aveva sottolineato la sigla, era quello di incappare in pesanti sanzioni qualora fossero state avanzate richieste non idonee, sfociabili anche nel penale.

Gasolio agricolo, la situazione per i contoterzisti

Ma quindi è “tutto bene quel che finisce bene”? Sì e no. Perché la norma inserita all’interno del DL Aiuti-ter per il gasolio agricolo, nonostante i chiarimenti in merito all’applicabilità, si riferisce nello specifico solamente al quarto trimestre del 2022, senza citare esplicitamente il primo e il terzo trimestre, gli unici due in cui i contoterzisti, per l’appunto, non erano stati menzionati. A questo punto, bisogna capire se per poter accedere ai contributi su quei periodi occorra un nuovo decreto ad hoc. Che, vista l’apertura nei confronti della categoria avvenuta nel DL Aiuti-ter, pare comunque altamente probabile.

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Il passaggio della bozza del DL Aiuti-ter relativo al credito d’imposta è il seguente: “Al fine di mitigare gli effetti economici derivanti dal perdurare dell’aumento eccezionale del prezzo del gasolio e della benzina, alle imprese esercenti attività agricola e della pesca e alle imprese esercenti l’attività agromeccanica di cui al codice ATECO 1.61 è riconosciuto, a parziale compensazione dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l’acquisto di gasolio e benzina per la trazione dei mezzi utilizzati per l’esercizio delle predette attività, un contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, pari al 20 per cento della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante effettuato nel quarto trimestre solare dell’anno 2022, comprovato mediante le relative fatture d’acquisto, al netto dell’imposta sul valore aggiunto”.

Il commento di Tassinari

“L’obiettivo di tutti questi provvedimenti è il medesimo, ossia mitigare gli effetti del caro carburante. In particolare, il terzo trimestre è quello più importante perché si tratta dei mesi della raccolta dei cereali e della vendemmia meccanizzata, operazioni eseguite dagli agromeccanici nove volte su dieci. Insensato quindi pensare di escluderli dal credito d’imposta. La struttura del testo, inoltre, è identica”, spiega il presidente Uncai Aproniano Tassinari.

“In fase di conversione del decreto Uncai farà pressioni affinché il Parlamento riconosca che i precedenti provvedimenti erano incompleti e troppo vaghi a causa dell’iter accelerato di approvazione”, prosegue il presidente Uncai che non manca di ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile il riconoscimento agli agromeccanici: “L’elenco delle persone da ringraziare è veramente lungo e comprende senatori, onorevoli, assessori di tutti gli schieramenti politici, tecnici del ministero delle politiche agricole e delle commissioni agricoltura. Un grazie a Confagricoltura che ha saputo metterci il pezzo da novanta nel momento opportuno, in fase di stesura del decreto, e quanti hanno sollevato la questione, e sono davvero tanti. Questa volta ce l’abbiamo fatta”.

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