In Lombardia gli stanziamenti previsti dalla misura “Parco Agrisolare”, recentemente pubblicata dal Mipaaf, potrebbero non bastare a coprire le esigenze delle imprese agromeccaniche e dei contoterzisti che vorranno installare sui tetti dei proprio locali aziendali i pannelli fotovoltaici, al centro dell’iniziativa del ministero. A lanciare l’allarme, questa volta, è Confai Lombardia, la Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani. Stando ai numeri rilasciati dalla sigla regionale, le imprese lombarde che svolgono contoterzismo professionale sono oltre 2.500, con un potenziale energetico fotovoltaico di almeno 500.000 kilowatt qualora i proprietari decidessero di installare pannelli sopra i tetti dei locali aziendali.

Confai, le preoccupazioni per i contoterzisti della Lombardia

Nonostante gli ingenti stanziamenti previsti dalla misura “Parco Agrisolare” (1.5 mld di euro, nel solco delle spinte al green contenute nel PNRR), Confai teme che “lo scoglio sia un problema di risorse e di destinazione delle stesse”. Alle imprese agromeccaniche, infatti, è destinata una fetta residuale dei finanziamenti (pari a quota complessiva di 150 milioni di euro) che, tra l’altro, sono condivisi con le imprese del settore agroalimentare.

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“I numeri espressi dal contoterzismo professionale agricolo della Lombardia, strutturato con aziende rilevanti sul piano dimensionale e con una notevole propensione all’investimento, potrebbero di fatto largamente superare gli obiettivi che si è dato il Mipaaf a livello nazionale – osserva il coordinatore regionale di Confai, Sandro Cappellini – e senza consumare nemmeno un centimetro di suolo agricolo, ma solo attraverso le coperture dei capannoni aziendali”.

Le proposte

Perciò, nonostante il commento sostanzialmente positivo da parte di Confai sugli stanziamenti della misura, l’auspicio “è che si trovino soluzioni più vicine alla propensione reale di investimento delle imprese beneficiarie delle risorse, inserendo il comparto agromeccanico nella Tabella 1A, che per ora comprende solo le aziende agricole attive nella produzione primaria ed è finanziata con risorse più consistenti”, ha detto il segretario generale di Confai Lombardia Enzo Cattaneo.

“In questo modo – ha proseguito – si potrebbe mettere in atto quel cambiamento epocale che tutti i potenziali produttori di energia rinnovabile si aspettano: la possibilità cioè di andare oltre il vincolo dell’autoconsumo e poter vendere in rete l’energia prodotta, così da migliorare la redditività e la competitività e ridurre la dipendenza dalle fonti fossili”.

Dall’associazione fanno sapere, infine, che sarebbe doveroso dare corso ad una semplificazione delle procedure burocratiche previste dal bando, che nella versione attuale non sembrano destinate a favore di un’efficiente gestione delle domande.

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