Prosegue il calo del mercato trattori in Italia: dopo l’andamento non proprio esaltante dei primi due mesi, il trend non si è invertito. In base a quanto riportato da FederUnacoma nel consueto report di giugno, nei primi cinque mesi del 2023 il mercato delle trattrici ha messo a segno un -9% (8.354 unità immatricolate) rispetto allo scorso anno. Non va meglio, tra l’altro, il mercato dei semirimorchi, anch’esso in calo (-4,7%, con 3.334 mezzi immatricolati).

Migliorano invece mietitrebbie, trattrici con pianale di carico e sollevatori telescopici. Tra gennaio e maggio le immatricolazioni di mietitrebbie incrementano del 25,8% in ragione di 166 unità, mentre le trattrici con pianale di carico e i sollevatori telescopici segnano rispettivamente +13,1% e +18,1% con 268 e 555 mezzi venduti.

Ne è emerso, citando le parole di FederUnacoma, “un andamento a due velocità”, caratterizzato da contrazione e espansione. I dati, sulla base delle registrazioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sono stati presentati in occasione dell’Assemblea generale della Federazione, che si è tenuta questo pomeriggio a Palazzo Varignana (BO).

Mercato trattori, l’analisi di FederUnacoma

La contrazione delle vendite di trattrici, che si era già registrata nel 2022 dopo le straordinarie performance del 2021 – spiega la Federazione dei costruttori – è dovuta al ritardo nell’erogazione dei fondi PNRR, e questo rallenta il processo di sostituzione del parco macchine con tecnologie di nuova generazione. A questo proposito – sostiene il Presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti – un dato allarmante resta quello relativo alla vendita di macchine usate. Lo scorso anno, a fronte di 20.200 trattrici di nuova immatricolazione, le compravendite dei mezzi d’occasione hanno superato la soglia delle 51.400 unità, il massimo di sempre nel nostro Paese.

I dati riferiti al totale delle vendite di trattori (nuovo e usato) indicano dunque che la domanda di tecnologie per l’agricoltura è ancora su livelli elevati – osserva Malavolti – ma che una quota consistente viene soddisfatta attraverso gli acquisti di macchine di seconda o terza mano, obsolete e inadatte a garantire quegli standard di produttività, di compatibilità ambientale e di sicurezza richiesti dall’agricoltura moderna.

Per l’economia agricola italiana l’innovazione tecnologica rappresenta una priorità assoluta, ma sulla capacità d’investimento pesa tuttora l’andamento sfavorevole dei redditi agricoli. La piena modernizzazione della nostra agricoltura richiede, a partire dai fondi PNRR, un efficiente e organico sistema di incentivi – conclude Malavolti – che agevoli l’acquisto di macchinari di ultima generazione e che permetta al settore di compiere il necessario salto di qualità.

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