In Piemonte sono iniziate le prove empiriche in vigna per il progetto Noviagri, voluto dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato e mirato alla realizzazione di un prototipo meccanico di atomizzatore da impiegare in vigna. Si tratta di macchina che servirà a limitare la dispersione di prodotto fitosanitario in fase di trattamento dei vigneti, con un sofisticato sistema tecnologico che incontra ottimizzazione del lavoro e basso impatto ambientale.

I lavori sono partiti e guardare i filari sorvolati da droni e tracciati da sviluppate tecnologie suggerisce l’impressione che il futuro della viticoltura sia davvero dietro l’angolo. Il Professor Paolo Gay del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, istituzione centrale fra i partner di Noviagri, ha commentato i lavori in corso che sanciscono la piena operatività dell’intero progetto.

I risultati dei rilievi effettuati saranno oggetto, nelle prossime settimane, di analisi comparative che possano fissare i termini preliminari delle operazioni. «Abbiamo cominciato a lavorare fra i filari, effettuando un passaggio in campo con posizionamento di segnali a terra che consentano il riconoscimento dall’alto grazie ai droni – dichiara Paolo Gay – Tali segnali vengono georeferenziati con una precisione inferiore al centimetro, così da localizzare la pianta in modo minuzioso».

NOVIAGRI, focus puntato anche sullo stato di salute delle colture

Successivamente, con la collaborazione dei tecnici, si è proceduto a individuare le piante che presentano segni di malattia. I rilievi da terra effettuati con spettroradiometro e camere multispettrali, finalizzati a vedere l’impronta spettrale delle foglie individuate come malate, serviranno a comporre il quadro delle informazioni che, una volta analizzate, dovranno essere confrontate con quelle rilevate dai droni, per valutare le coincidenze.

L’obiettivo del progetto Noviagri, oltre alla mappatura del vigneto, è quello di assicurare la correlazione fra le misure a terra e le misure in cielo, in modo che un domani tutto possa essere gestito attraverso il sistema di rilievo aereo. Questo perché un volo, in una decina di minuti, può coprire un vigneto intero con una risoluzione dell’ordine di 1 cm, coniugando grande spazialità e grande risoluzione assieme, esponenzialmente più minuziosa di quella offerta dal satellite.

«Finalmente partiamo con le operazioni in campo del progetto – commenta Filippo Mobrici, Presidente Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato – Un’attesa ripagata che ci permette di guardare con sempre maggiore concretezza alla viticoltura del futuro, che dovrà essere precisa, efficace e sostenibile».

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