Da Bruxelles arrivano notizie confortanti per l’agricoltura europea, in forte preoccupazione dopo i ritardi della procedura legislativa legata alla nuova PAC dei prossimi anni che, di fatto, avrebbero reso impossibile applicare le nuove normative già a partire dal 1° gennaio 2021. Il Parlamento Europeo, consapevole delle incertezze a cui sarebbe andato incontro il settore primario in assenza di adeguate misure, ha infatti approvato un pacchetto di disposizioni per favorire la transizione dall’attuale politica agricola UE a quella futura. Sono stati quindi stanziati 8 miliardi di euro in aiuti ai produttori alimentari e alle aree rurali per i prossimi due anni (ovvero il biennio 2021-2022, il cosiddetto “periodo transitorio”), in attesa dell’entrata in vigore della tanto attesa nuova PAC a partire dal 1º gennaio 2023 (“nuovo quadro giuridico”).

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Agricoltura europea, prorogate le norme attuali per i prossimi due anni

La nuova legge UE, approvata mercoledì con 653 voti favorevoli, 19 contrari e 22 astensioni, proroga dunque l’applicazione delle norme esistenti della politica agricola comune (PAC) fino alla fine del 2022. Ciò garantisce che i pagamenti agli agricoltori e ai beneficiari dello sviluppo rurale possano continuare.

I Paesi UE saranno in grado di rendere più facile, per gli agricoltori, ricevere un indennizzo per le perdite causate da avversità atmosferiche, da epizoozie o fitopatie e da infestazioni parassitarie. Il Parlamento ha inoltre introdotto alcune misure che offrono ai Paesi UE un margine di manovra maggiore per il sostegno agli agricoltori, soprattutto durante la crisi COVID-19.

Inoltre, per l’agricoltura europea i deputati hanno ottenuto di prolungare oltre i tre anni la durata dei nuovi programmi pluriennali di sviluppo rurale incentrati sull’agricoltura biologica, sul clima e sulle misure ecocompatibili, includendo nel pacchetto di misure anche i progetti per il benessere degli animali.

8 miliardi di euro in aiuti per gli agricoltori. Un sospiro di sollievo per la categoria

Le modalità, recentemente concordate, per l’utilizzo da parte di agricoltori, produttori alimentari e per le aree rurali degli 8 miliardi di euro in aiuti per finanziare la ripresa dalla crisi COVID-19 nei prossimi due anni sono anch’esse parte dell’accordo complessivo. Circa il 30% di tali fondi sarà disponibile nel 2021, mentre il restante 70% sarà erogato nel 2022.

Almeno il 37% dei finanziamenti dovrà essere destinato alla ripresa degli agricoltori biologici, alle azioni legate all’ambiente e al clima, e al benessere degli animali. Il 55% del fondo sosterrà gli investimenti aziendali che contribuiscono a una ripresa economica resiliente, sostenibile e digitale, e le start-up di giovani agricoltori.

Lo slancio dell’agricoltura europea dei prossimi anni

“La nuova normativa UE che abbiamo approvato oggi è della massima importanza per i nostri agricoltori, in quanto fornisce certezza giuridica e aiuti alla ripresa del settore alimentare in crisi nei prossimi due anni – ha commentato Elsi Katainen (del gruppo politico Renew Europe), la relatrice sulle norme transitorie della politica agricola dell’UE -. Si tratta di un solido ponte verso le nuove regole future, che dà sia agli agricoltori che alle amministrazioni nazionali il tempo sufficiente per prepararsi alla riforma della PAC dopo il 2022.”

“Questa non è una semplice estensione dello status quo. Stiamo dando ai nostri agricoltori, ai produttori di cibo e alle comunità rurali un ambizioso kit di strumenti e i finanziamenti necessari per aumentare la resilienza e la sostenibilità e per digitalizzare il settore, in modo che possano essere più attivamente coinvolti nell’adattamento e nella mitigazione del cambiamento climatico”, ha infine concluso il relatore sugli aiuti UE per la ripresa, Paolo De Castro, esponente dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici.

A questo punto, affinché il testo concordato dai deputati e dagli Stati membri e approvato dal Parlamento entri effettivamente in vigore per l’agricoltura europea, manca solo il via libera da parte del Consiglio Europeo. Che non dovrebbe tardare ad arrivare.

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