Uncai torna a spingere per la 4.0, lo strumento preferito dai contoterzisti
Ai finanziamenti, per la sigla, andrebbero affiancate anche politiche dedicate alla formazione, aspetto cruciale per la gestione delle nuove tecnologie. Il commento di Tassinari
Puntare su pochi strumenti e stabili nel tempo, in modo da incentivare contoterzisti e agricoltori ad aggiornare con più facilità il proprio parco macchine, senza intaccarne il potere d’acquisto, minato dall’attuale surplus di misure, troppo farraginose e saltuarie, che rischiano di far andare in stallo l’intero comparto agromeccanico. È questo, in sostanza, quanto emerso dall’intervento dell’associazione dei contoterzisti Uncai durante il convegno “Il ruolo delle macchine agricole nell’innovazione dell’agricoltura – Impatto e futuro delle misure per la meccanizzazione agricola, organizzato da Federacma, la sigla che riunisce i rivenditori di macchine agricole.
Dall’analisi effettuata da Uncai sulle misure per incentivare l’acquisto di macchinari agricoli erogate in precedenza, è emerso che il provvedimento preferito dai contoterzisti è il cosiddetto credito di imposta 4.0. Oltre a essere praticamente alla portata di tutti, per essere efficace è sufficiente che copra il 40% del costo degli investimenti, con una durata di dieci anni.
“Un tale credito d’imposta permetterebbe un concreto miglioramento della capacità produttiva e della competitività delle imprese”, ha commentato Aproniano Tassinari, presidente di Uncai. “Occorre che duri a lungo per la natura poco incline ai cambiamenti rapidi del settore agricolo. Inoltre, le tecnologie digitali in agricoltura non sempre sono mature e richiedono tempo per essere adottate efficacemente; così come serve tempo per promuovere una riflessione sugli investimenti utili in azienda”.
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Uncai, riflettori puntati anche sulla formazione
Il presidente di Uncai si è quindi soffermato sull’importanza della formazione. “È cruciale che il finanziamento tecnologico sia accompagnato dalla formazione”, ha sottolineato. “Questa potrebbe essere fornita dai rivenditori di mezzi agricoli, dalle associazioni agromeccaniche o da enti e istituzioni statali come l’Inail. La formazione accompagna l’innovazione tecnologica, garantendo che le tecnologie avanzate vengano utilizzate correttamente e promuovendo una cultura agricola innovativa e sostenibile”.
Ed infine un commento sull’annosa questione dell’istituzione di un Albo Nazionale degli Agromeccanici Professionali, simile a quelli già attivi in Lombardia ed Emilia-Romagna, nonché storico cavallo di battaglie delle associazioni. “Questo strumento, abbinato a una forma di finanziamento target con premialità, ha dimostrato localmente di essere efficace ed efficiente, fornendo benefici concreti all’agricoltura, alle comunità rurali e all’ambiente. Le imprese iscritte all’Albo potrebbero anche beneficiare di incentivi per l’acquisto di macchinari non omologati come agricoli, ma necessari per affrontare le emergenze climatiche e il dissesto idrogeologico”, ha concluso Tassinari.