Furono decisamente travagliati i primi due decenni di vita dalla Ursus, ancora oggi il principale costruttore polacco di trattori. In effetti agli albori, all’inizio degli anni ’20, poco dopo la fine della sanguinosa guerra con la neonata Unione Sovietica, nulla lasciava presagire al successo che avrebbe caratterizzato il marchio a partire dagli anni ’50 in poi.

Prima di iniziare a produrre trattori, tuttavia, l’azienda nacque nel 1913 come specialista in sistemi propulsivi per veicoli industriali e in equipaggiamenti per l’industria alimentare. La prima macchina agricola vide la luce nel 1922: si trattava, sostanzialmente di un modello poco più raffinato di un prototipo, con un motore sviluppato internamente all’azienda, di cui vennero prodotti pochissimi esemplari negli anni successivi (un centinano in cinque anni), e che non riuscì mai a decollare a livello di vendite.

L’azienda, che nel frattempo si era specializzata nella produzione di autocarri e autobus, non navigava in buone acque e nel 1930 fu costretta a chiudere i battenti. Ma gli interessi in gioco, a livello di strategie industriali per la nazione, erano troppo alti: così l’azienda venne salvata dal Governo polacco che immise una notevole quantità di capitali per rivitalizzarla. Negli anni ’30 la Ursus se la cavò discretamente, tanto da arrivare alla vigilia del conflitto bellico con all’attivo oltre 700 trattori venduti. Ma lo scoppio della seconda guerra mondiale, e la conseguente devastante occupazione della Polonia (spartita tra Germania nazista e U.R.S.S in base al Patto Molotov-Ribbentrop), misero in stasi le attività trattoristiche per quasi un decennio.

La rinascita di Ursus dopo la seconda guerra mondiale

Soltanto nel 1947 la Ursus tornò con decisione nell’agone dei trattori. Il primo modello che lanciò sul mercato, tuttavia, in modo poco originale, si ispirava in tutto e per tutto allo storico Lanz Bulldog. Dopo la fruttuosa collaborazione con la cecoslovacca Zetor (anch’essa gravitava nell’orbita del Blocco Orientale durante la guerra fredda), per il lancio del primo trattore 100% made in Polonia (dallo sviluppo alla realizzazione), bisognerà aspettare fino al 1961, con l’arrivo del C325, alimentato da un motore diesel 2 cilindri, da 1,8 litri, in grado di erogare un potenza di ben 21.7 cv alla barra di trazione e di 24.6 cv alla presa di forza (a 2.000 giri).

Dopo l’arrivo della versione potenziata con motore da 1.9 litri (il modello C335), negli anni ’70 la Ursus strinse uno storico accordo commerciale con Massey-Ferguson (un produttore che aveva il suo quartier generale e i suoi principali impianti oltre la cosiddetta “cortina di ferro”). Le due realtà produssero per anni numerosi trattori specializzati con potenze comprese nel range 38-72 cv. La collaborazione ottenne un successo clamoroso, anche grazie ai ridotti costi di produzione che in quegli anni offriva l’est europeo.

Dopo il crollo dell’U.R.S.S nel 1991 e la fine del blocco orientale, l’azienda polacca venne infine privatizzata nel 1998. Tanti i trattori che, da quella data, si sono susseguiti fino ai giorni nostri. Ricordiamo, tra i tanti, il modello 3514, con motore 3 cilindri da 47 cv, o il 6014, con motore 4 cilindri da 83 cv. Fino ai più recenti, dotati delle ultime tecnologie 4.0.

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