«Ci troviamo in una fase congiunturale contraddittoria giacché, a fronte di un buon andamento della domanda di macchinari, la volatilità dei prezzi e la difficoltà negli approvvigionamenti delle materie prime, notevolmente aggravati dalla guerra in Ucraina, minacciano la crescita del mercato», ci spiega il presidente di FederUnacoma, Alessandro Malavolti. L’emergenza commodity non colpisce soltanto l’industria agromeccanica e dei trattori, rendendo tra l’altro molto più onerosi i processi produttivi, ma investe anche il settore agricolo che, sulla spinta di un incremento generalizzato dei costi (soprattutto quelli relativi a energia e fertilizzanti), vede diminuire le proprie capacità di investimento. «In questo scenario – conclude Malavolti – è necessario combinare strategie sul brevissimo periodo con una visione strategica a lungo termine, finalizzata anche ad esperire nuovi canali e modalità di approvvigionamento per le materie prime».

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Così, dopo un 2021 caratterizzato da volumi di vendita di trattori e macchine agricole straordinariamente elevati per il mercato delle macchine agricole, la battuta d’arresto osservata da gennaio a giugno (i trattori registrano un decremento dell’11%, 9.182 mezzi venduti nei cinque mesi) può dunque considerarsi fisiologica, giacché la domanda di tecnologie per l’agricoltura continua ad essere sostenuta (il livello di vendite comunque superiore del 13% rispetto alla media degli ultimi quattro anni). La transizione verso l’agricoltura 4.0, con gli investimenti per l’acquisto di mezzi meccanici di ultima generazione, e la presenza simultanea di più strumenti di finanziamento per l’acquisto di macchine agricole, (credito per il 4.0, Nuova Sabatini, PNRR, PSR, Bando ISI-Inail) contribuiscono a sostenere tale domanda. Tuttavia, nel prosieguo dell’anno, l’andamento delle vendite sarà inevitabilmente condizionato da elementi congiunturali molto rilevanti.

Trattori e macchine agricole: la riscossa dell’usato

La situazione nel mondo dei trattori è così confusa, con una serie di input contrastanti che danno come risultato anche quello di un mercato dell’usato in un crescendo Wagneriano che porta le trattrici a passare da 25.691 del 2015 alle 48.812 del 2021 (quasi un raddoppio) mentre nello stesso periodo il nuovo è passato da 18.425 a 24.385 nonostante tutti gli importanti incentivi presenti. «Dopo un periodo di fermo dell’usato, in particolare nella seconda metà del 2021, che ha coinciso con un gran numero di acquisti effettuati grazie alle diverse agevolazioni disponibili nel 2022 il mercato dell’usato ha registrato In Italia (ma anche in altri Paesi tra cui Polonia, Romania, Tunisia ed Egitto) una forte crescita rispetto agli anni precedenti» – fa il punto Andrea Borio, nuovo Presidente di Federacma – «le ragioni di questo incremento sono molte. Prima di tutto c’è da considerare i ritardi sulla consegna del nuovo, per cui l’usato è servito a molti dealer come soluzione più immediata o di ‘tamponamento’ temporaneo in attesa delle macchine ordinate. Inoltre, le maggiori vendite sul nuovo effettuate nel 2021 nel nostro Paese, hanno favorito la permuta anche di macchine usate in ottimo stato, creando nuovi parchi macchine. Ma non dimentichiamo infine, più di recente, l’aumento medio dei listini del nuovo e, a seguito dello scoppio della guerra tra Russia ed Ucraina, anche quello dei tassi d’interesse per ottenere finanziamenti per l’acquisto.

Questo trend di crescita del mercato trattori sull’usato purtroppo non ha una corrispondenza per quanto riguarda le attrezzature agricole, che al contrario continuano a svalutarsi sui piazzali dei concessionari, soprattutto quelle dedicate alla fienagione, alla lavorazione tradizionale del terreno, all’erpicatura e alle macchine per il diserbo, divenute invendibili con le nuove normative ». «Per quanto ci riguarda escluderei del tutto l’alternatività della scelta fra nuovo e usato – chiarisce Roberto Guidotti del CAI – il contoterzista, con o senza azienda agricola collaterale, impiega le macchine per molte ore all’anno e le ammortizza in tempi più rapidi rispetto all’agricoltore ‘puro’: questo sposta la convenienza verso l’acquisto del nuovo, salvo rarissimi casi.

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La presenza di incentivi (credito d’imposta 4.0 e Nuova Sabatini), per aziende tassate a reddito d’impresa e che occupano personale dipendente (quindi con costi fiscali e previdenziali rilevanti) rende assai più conveniente l’acquisto di una macchina nuova, che può venire a costare ancor meno di un buon usato, con la differenza che è molto difficile farsi finanziare un usato, e comunque con tassi non agevolati. I rarissimi casi di acquisto di usati al posto del nuovo riguardano le macchine acquistate dagli agricoltori con gli aiuti per lo sviluppo rurale, di potenza e prestazioni sovrabbondanti rispetto alle reali necessità, di cui peraltro l’agricoltore deve sostenere i costi di ammortamento per la parte non coperta dai contributi: la macchina stagiona in azienda per alcuni anni (quelli del vincolo) e poi viene venduta con pochissime ore di lavoro, costituendo spesso un’ottima occasione».

Anche relativamente alla questione del prezzo macchina la visione degli agromeccanici si discosta un po’ da quanto accade di consueto. La considerazione parte dal presupposto che i tempi di consegna dei mezzi sono molto dilatati e vanno dai 6 ai 10 mesi. «Il prezzo – continua Guidotti – viene concordato all’ordine, nessuno acquista a scatola chiusa macchinari che vanno da 50 a 500 mila euro e più, almeno per quanto riguarda gli agromeccanici che godono di un buon potere contrattuale dovuto alla frequenza degli acquisti e delle sostituzioni; diversa può essere la situazione di un agricoltore che acquista un trattore per farci 250 ore all’anno (durata teorica 50 anni) e quindi lo sostituirà alla generazione successiva.

Nel caso di ritardo della consegna del nuovo il concessionario sopperisce con un noleggio a breve termine, che di solito interessa una macchina usata con caratteristiche ‘quantitative’ (peso e potenza) analoghe a quelle della macchina ordinata». Una considerazione questa che almeno in parte potrebbe giustificare la crescita del mercato dell’usato. Guidotti è piuttosto preciso anche relativamente alla ‘rottura’ delle supply chain: «Mi risulta che la crisi russo-ucraina centri molto poco, sono stati soprattutto i lockdown dell’estremo oriente (noti, ignoti e ipotizzabili) a rallentare o bloccare la produzione di microchip, la cui supply chain tornerà a normalizzarsi non prima del 2024 (così dicono gli analisti, e spero che ci prendano)».

Il peso degli incentivi

«Come accennavo prima – torna sul punto Andrea Borio – i diversi incentivi per l’acquisto del nuovo, più numerosi nel 2021 ma ancora disponibili, hanno dato un fortissimo slancio al mercato, modificando in parte anche le caratteristiche del parco usato di molti concessionari su scala nazionale. Alcuni clienti del Sud Italia ad esempio, avendo avuto l’opportunità di sommare due agevolazioni (credito d’imposta per la transizione 4.0 e credito per il Mezzogiorno), sono arrivati a prendere un contributo pari al 95 % del costo del trattore, nella forma di credito d’imposta. Questo ha spinto molti agricoltori a sostituire le proprie macchine, acquistando trattori nuovi tramite queste agevolazioni, anche laddove, in assenza di tali contributi, non avrebbero scelto di sostituire tali macchine. In tal modo, a numerosi concessionari, sono rientrate anche macchine, che non erano ‘finite’, ma usati in buone condizioni.

L’età media dei trattori usati permutati, negli anni precedenti variava dai 10 ai 15 anni, negli ultimi 2 o 3 anni l’usato è sceso di età, grazie ai diversi incentivi (INAIL, PSR e 4.0) che hanno anticipato le sostituzioni delle macchine, soprattutto da parte dei contoterzisti o delle grandi aziende che più facilmente ne traggono beneficio fiscale. Una tipologia di usati che viene ritirata con particolare frequenza è costituita dalle macchine specializzate, frutteti e vigneti, che vanno dagli 80 ai 110 cavalli, ma anche le macchine di media e alta potenza, dai 140 ai 300 cavalli, sicuramente ora più giovani ed efficienti, rispetto agli usati disponibili in passato».

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