I lavoratori stranieri che operano all’interno del settore agricolo e zootecnico sono oltre 358mila, raccogliendo un prodotto agricolo su quattro sul totale di quelli cresciuti nei campi. Questi lavoratori provengono da ben 164 paesi diversi (è recente l’accordo tra il MiPAAF e il ministero dell’agricoltura di El Salvador) e forniscono più 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore per portare a termine le mansioni richieste affinché le colture giunte a maturazione non vengano disperse. A fornire i numeri che interessano il settore è stata la Coldiretti, in occasione della Giornata mondiale dei rifugiati.

Agricoltura, la panoramica dei lavoratori stranieri in Italia

Sono molti i “distretti agricoli” dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso – spiega la Coldiretti – della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani. I lavoratori stranieri occupati in agricoltura sono per la maggior parte provenienti da Romania, Marocco, India e Albania, ma ci sono rappresentanti di un po’ tutte le nazionalità.

Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli. Tuttavia, permangono ancora numerosi casi di sfruttamento, con situazioni di caporalato che sviliscono i lavoratori, costretti talvolta a operare in condizioni disumane. In tal senso, l’ultimo fatto di cronaca è letteralmente di poche ore fa (21 giugno 2022): in provincia di Catanzaro sono state infatti disposte 13 misure cautelari per i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

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Coldiretti: “necessario rilasciare i nulla osta per i lavoratori”

Ma cresce anche la presenza di stranieri – precisa la Coldiretti – alla guida delle imprese agricole con quasi 17mila titolari di nazionalità diversa da quella italiana Per questo occorre velocizzare il rilascio dei nulla osta necessari per consentire ai lavoratori extracomunitari, già ammessi all’ingresso con il decreto flussi pubblicato a gennaio di poter arrivare in Italia per lavorare nelle imprese agricole al più presto. Non è possibile che per colpa della burocrazia le imprese perdano il lavoro di una intera annata agraria dopo aver affrontato peraltro un pesante aumento dei costi di produzione determinato dalla guerra in Ucraina.

Rispetto all’anno scorso le quote di lavoratori extracomunitari ammessi per decreto in Italia è stato alzato a 69mila e di questi, la fetta riservata all’agricoltura è di 42mila posti, a fronte dei quali sono però pervenute circa 100mila domande. Ma, con strumenti concordati con i sindacati, occorre anche offrire ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani l’opportunità di collaborare temporaneamente alle attività nei campi – conclude Coldiretti – che chiede “un piano per la formazione professionale e misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro con una radicale semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all’andamento climatico sempre più imprevedibile”.

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