La lista di sanzioni applicate in modo compatto da Unione Europea, stati membri e Usa nei confronti della Russia si allunga di giorno in giorno, di pari passo con il numero di aziende occidentali che, sin dai primi momenti seguiti alla brutale invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate di Mosca, hanno bloccato tutte le loro attività commerciali all’interno della nazione. In tal senso l’ultima azienda in ordine di tempo ad aver annunciato la sospensione delle attività manifatturiere e le esportazioni in Russia è Bridgestone, colosso globale degli pneumatici, con filiale in tutti i continenti.

Guerra in Ucraina, la posizione di Bridgestone

“Bridgestone condanna ogni forma di violenza nella speranza che la pace possa essere ristabilita rapidamente. La nostra principale preoccupazione in questo contesto di crisi rimane la sicurezza dei nostri dipendenti e delle loro famiglie”, si legge nella nota con cui il Gruppo degli pneumatici ha annunciato la decisione di bloccare le attività commerciali verso la Russia, in risposta alla drammatica situazione che si è venuta a creare in Ucraina, ormai da due settimane in guerra, con i morti civili che sono purtroppo quasi arrivati a quota 2000, e una crisi umanitaria che in Europa non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale. E con i combattimenti e i bombardamenti che, nonostante il proseguimento dei negoziati (fino ad ora infruttuosi), non sono mai cessati e, anzi, hanno ripreso con particolare vigore soprattutto nelle tre città simbolo della resistenza ucraina: Kiev, Kharkiv (nel nord-est della nazione) e Mariupol (a sud, sul Mar d’Azov).

Il supporto ai dipendenti e alla popolazione ucraina

Dopo aver valutato le possibili conseguenze della guerra in Ucraina, Bridgestone ha quindi deciso di sospendere tutte le attività produttive in Russia, fino a nuovo avviso. La decisione entrerà in vigore venerdì 18 marzo, una volta terminati i preparativi necessari. L’azienda ha inoltre deciso di congelare eventuali nuovi investimenti e sospendere con effetto immediato tutte le esportazioni verso la Russia.

Tuttavia Bridgestone continuerà a supportare gli oltre 1000 dipendenti nello stabilimento di produzione di pneumatici per passeggeri a Ulyanovsk e negli uffici vendite, confermando il proprio sostegno finanziario. Con l’evolversi della situazione, la direzione globale e regionale di Bridgestone continuerà a monitorare da vicino la situazione e ad adattare flessibilmente i propri piani in caso di necessità. L’aspettativa è che la produzione manifatturiera al di fuori della Russia rimarrà stabile nelle prossime settimane.

Bridgestone EMIA ha fatto una donazione di 1 milione di euro alla Croce Rossa, mentre 2,5 milioni di euro sono stati donati da Bridgestone Corporation all’UNHCR (Office of the United Nations High Commissioner for Refugees). L’azienda continuerà a valutare ulteriori iniziative per contribuire ad alleviare la crisi umanitaria.

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