La famiglia Bubba era originaria di Santiamento, piccolo paese sito a nord ovest di Piacenza, tra l’autostrada per Torino e il fiume Po. Quella località crebbe proprio attorno all’attività imprenditoriale dei Bubba. Il fondatore, Pietro, faceva originariamente il trebbiatore per conto terzi quando i figli crebbero, assieme a loro cominciò a costruire autonomamente gli attrezzi agricoli che servivano alla sua attività. Nel 1886 realizzarono la loro prima sgusciatrice per semi minuti cui seguirono trebbiatrici e sfogliatrici per il mais. Crearono un’azienda che ebbe crescente successo e Pietro Bubba fu nominato Cavaliere del lavoro.

Case e Bubba, una storia comune

Nel frattempo Ulisse Bubba, nipote di Pietro, si laureò presso la facoltà di ingegneria meccanica del Politecnico di Torino assieme a Francesco Cassano, futuro fondatore della Same. Ancora stutende, Ulisse realizzò il suo primo motore partendo da componenti di un Case. Poi passò alla creazione di un motore monocilindrico testacalda, oggetto, tra l’altro, della sua tesi di laurea. Da lì nacque la produzione Bubba, divenuta ormai un’industria, di motori fissi usati per trebbiare, sgranare e macinare.

Successivamente i motori vennero installati su carri Case, trattori reperibili a pochi soldi poiché abbandonati per problemi ai motori ciclo otto dopo aver svolto l”Aratura di Stato dal 1917 al 1919. L’innesto dei semplici motori di Ulisse funzionò bene e, nel 1924 nacquero i trattori UC3 e UTC4, da leggersi come Ulisse Trattori Case progetto 3 e progetto 4. Di quei trattori, costruiti in pochi esemplari, ne è sopravvissuto uno solo, un UTC 4 del 1926 orgoglio del suo proprietario, il collezionista Enzo Bondavalli di Casalgrande (Reggio Emilia). Ulisse lo realizzò accorciando notevolmente il carro di un Case 15-25 e sostituendo il motore originale con un Bubba testacalda monocilindrico orizzontale da 18.490 cc erogante circa 30 cv a 400 giri.

Curiosamente la testa del motore non era sul davanti, ma si affacciava al posto guida, creando non pochi disagi nei mesi estivi. Per il resto, l’eccellente meccanica Case, dotata di cambio 2×1, svolgeva egregiamente il suo compito ed era quasi indistruttibile. Sui componenti dell’UTC4 sono ancora visibili i marchi Case, compresa la famosa aquila che campeggia nei mozzi ruote a raggi e in altre parti.

Tornando alla storia, le poche decine di carri Case disponibili finirono in fretta, ma Bubba aveva già pronto un carro tutto suo e nel 1926m uscì l’UTB3, dove la B al posto della C indicava proprio la costruzione Bubba e non più Case. Fu il primo trattore testacalda interamente italiano, Bubba anticipò Landini di un paio di anni e poi Deganello, OM e Orsi.

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