Con la questione dei rincari del gas che diventa più spinosa di giorno in giorno e sulla quale risulta ancora complicato trovare una quadra su un ipotetico tetto comunitario al prezzo, Bruxelles cerca di correre ai ripari almeno per quanto riguarda i fertilizzanti e i concimi, il cui è costo è schizzato alle stelle, con aumenti di oltre il 170% a partire dallo scoppio della crisi ucraina.

In particolare, in questi giorni starebbe entrando nel vivo la proposta presentata dalla Commissione Europea al Consiglio di sospendere temporaneamente l’applicazione dei dazi della tariffa doganale comune per alcuni fertilizzanti azotati fino al termine del 2024, di cui Coldiretti aveva dato notizia a fine luglio 2022.

Concimi, la strategia UE per venire in soccorso degli agricoltori

Il provvedimento riguarda in particolare l’ammoniaca anidra (il cui dazio convenzionale attuale è fissato al 5,5%), e l’Urea (dazio convenzionale attuale: 6,5%) e interessa tutti i Paesi extra Ue con l’eccezione, come previsto dai pacchetti di sanzioni ancora in atto, di Russia e Bielorussia, per le quali i dazi rimarranno. L’obiettivo di Bruxelles è frenare l’impennata dei prezzi nel mercato dei prodotti di base che colpisce le campagne europee fortemente dipendenti dalle importazioni di fertilizzanti, indispensabili per garantire la produzione agricola. Una misura positiva anche se resta auspicabile – spiega Coldiretti – un intervento più ad ampia portata per contenere i rincari energetici.

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A pesare sull’aumento del costo dei fertilizzanti sono peraltro anche le misure adottate con l’inizio della guerra in Ucraina con sanzioni, accaparramenti e riduzioni degli scambi che hanno favorito le speculazioni in una situazione in cui l’Italia ha importato lo scorso anno dall’Ucraina ben 136 milioni di chili di fertilizzanti mentre altri 171 milioni di chili arrivavano dalla Russia e 71 dalla Bielorussia secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat dalla quale si evidenzia che si tratta complessivamente di una quota superiore al 15% del totale delle importazioni.

I rincari colpiscono anche le famiglie. Coldiretti punta i riflettori sul digestato

Il risultato è che l’urea è balzata a 1.150 euro a tonnellata contro i 350 euro a tonnellata dello scorso anno, secondo Cai – Consorzi Agrari d’Italia, mentre il perfosfato minerale è passato da 170 agli attuali 330 euro/tonnellata e i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 450 a 850 euro/tonnellata. Un’impennata che si è poi riservata anche sui portafogli delle famiglie italiane, con un aggravio nel 2022 di oltre 9 miliardi di euro soltanto per la spesa alimentare, a causa dell’effetto dell’inflazione legata ai rincari energetici che colpisce soprattutto le categorie più deboli.

La ricetta di Coldiretti per ridurre la dipendenza italiana dai fertilizzanti esteri è legata all’utilizzo da parte degli agricoltori di fertilizzanti con nutrienti organici recuperati dal letame, il cosiddetto digestato, prodotto negli allevamenti per far fronte alla carenza di quelli chimici, valorizzando le esperienze di economia circolare. Il digestato è un sottoprodotto della filiera del biometano alimentato da scarti e rifiuti delle filiere agroalimentari e mette a disposizione un prezioso apporto di azoto, fosforo e potassio ideali per i terreni grazie all’apporto di sostanza organica e di elementi nutritivi.

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