Un trend in calo: ma quando si parla di infortuni sul lavoro non può che essere una notizia estremamente positiva. Dunque non solo per i contoterzisti, ma per tutto il settore agricolo: il report di CAI, la Confederazione Italiana Agricoltori, tratteggia un quadro rincuorante, allineandosi a quanto già riportato da Uncai qualche giorno fa. Nell’ultimo triennio gli infortuni mortali sono calati drasticamente, complici due fattori di fondamentale importanza. I continui investimenti in nuovi macchinari, che nel 2020 hanno raggiunto l’imponente cifra di 100 milioni di euro, e il ricorso sempre più frequente ad imprese specializzate proprio nel segmento agromeccanico.

CAI, “calo degli infortuni segnale positivo per il settore”

“Il calo degli infortuni in agricoltura evidenziato da Coldiretti su dati Inail, dai quali emerge una riduzione del 25% degli infortuni mortali, è un segnale positivo, al quale anche le imprese agromeccaniche, correttamente inserite nella statistica agricola, hanno contribuito”, ha esordito il presidente di Cai, Gianni Dalla Bernardina, che rilancia le statistiche dell’organizzazione delle imprese agromeccaniche, relative all’ultimo triennio.

“Dai numeri – prosegue poi Dalla Bernardina – risulta che l’incidenza degli infortuni sul lavoro nel settore agromeccanico è di un evento ogni 80.000 ore di lavoro, con una gravità minima e nessun caso mortale”.

Contoterzisti, una garanzia di sicurezza

Il ricorso sempre maggiore ai servizi erogati dalle imprese agromeccaniche professionali, spiega il vicepresidente Sandro Cappellini, spiega “il calo nel numero degli eventi e nella gravità, oltre al fatto che la raccolta dei prodotti è svolta in larga misura dal contoterzista, sia sui seminativi nella misura superiore all’80% sia, con frequenza minore ma in rapida crescita, sulle altre lavorazioni e sulle colture specializzate come vite e olivo. Si sta delineando con grande dinamicità una nuova agricoltura, più moderna, efficiente, sostenibile e più sicura, come la riduzione degli infortuni plasticamente racconta”.

Il ruolo strategico degli investimenti: operatività e sicurezza

Sul piano dell’innovazione tecnologica, secondo le prime stime di Cai, le imprese agromeccaniche hanno investito solo nel 2020 almeno 100 milioni in nuovi macchinari, dei quali quasi due terzi in area 4.0. La professionalità degli operatori nel segmento agromeccanico è assicurata non solo dall’adozione di nuovi mezzi, ma anche dalla formazione. Un operatore che lavora in un’impresa agromeccanica – calcola Cai – trascorre in media oltre 1.500 ore all’anno alla guida di una macchina agricola, un valore nettamente superiore a quello degli altri lavoratori agricoli.

Cai sollecita un intervento finalizzato a eliminare l’inutile burocrazia, che rappresenta solo oneri per le imprese. “Sarebbe più opportuno dare accesso ai contoterzisti alle misure legate all’innovazione dei mezzi agricoli, in modo da compiere altri passi in avanti nel campo della sicurezza sul lavoro”, raccomanda Cappellini.

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