Quella che l’agricoltura italiana sta vivendo è un’estate senza pace: dopo le gravissime conseguenze provocate dalla siccità, con rese più che dimezzate e interi campi bruciati dalle temperature record registrate negli ultimi mesi, le tanto agognate precipitazioni potrebbero perfino peggiorare la situazione. Questo perché, con molta probabilità, potrebbero scatenarsi forti temporali che a loro volta potrebbero dare origine a veri e propri nubifragi devastanti e di breve durata, ovvero quanto di peggio i campi hanno bisogno in questo momento. La panacea per i mali della calura sarebbe infatti legata all’arrivo di precipitazioni non troppo intense e costanti nel tempo. A lanciare l’allarme è stata la Coldiretti, che ha ribadito gli effetti nefasti degli eventi climatici estremi che nell’ultimo fine settimana si sono abbattuti sull’arco alpino e appenninico, provocando frane e smottamenti, mentre in buona parte del paese la canicola senza precedenti non accenna a diminuire, con punte fino a 40 gradi in molte città.

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Siccità e nubifragi, la complicata estate italiana

Come ribadito dalla sigla, le piogge a macchia di leopardo di questi ultimi giorni non cambiano lo stato di sofferenza idrica sul territorio. Lo testimonia, per esempio, il livello idrometrico del fiume Po che è sceso a 3,8 metri al Ponte della Becca che è rappresentativo delle criticità presenti sull’intera Penisola a partire dalla pianura padana dove per la mancanza di acqua è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. La situazione di carenza idrica riguarda anche i grandi laghi del Nord, dove i riempimenti degli invasi idrici sono calati drammaticamente.

Il mix esplosivo caldo e siccità ha favorito il divampare degli incendi con danni incalcolabili dal punto di vista economico ed ambientale tanto che – stima la Coldiretti – ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire l’habitat nei boschi andati distrutti dalle fiamme. Una emergenza nazionale che riguarda coltivazioni ed allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 che ha decimato le produzioni agricole nazionali.

Gli effetti e il commento

La siccità ha infatti un impatto devastante sulle produzioni nazionali che fanno segnare cali del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle con le mucche stressate dal caldo afoso, del 30% per il frumento duro per la pasta nelle regioni del sud che – sottolinea la Coldiretti – sono il granaio d’Italia. In diminuzione di oltre 1/5 le produzioni di frumento tenero, ma crollano del 30% pure la produzione di riso, del 15% quella della frutta ustionata da temperature di 40 gradi, e del 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po, dove si allargano le zone di “acqua morta”, assalti di insetti e cavallette che solo in Sardegna hanno già devastato quasi 40mila ettari di campi.

“Occorre intervenire nell’immediato con misure di emergenza per salvare i raccolti e il futuro di aziende e stalle in grave difficoltà” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “la devastante siccità che stiamo affrontando ha evidenziato ancora una volta che l’Italia ha bisogno di nuovi invasi per raccogliere l’acqua a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola”. Il focus di Prandini si è poi ancora spostato sul progetto, sviluppato insieme ad Anbi, per la realizzazione di una rete immediatamente cantierabile di bacini per la raccolta dell’acqua.

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